by Editore | 4 Giugno 2012 7:50
Un altro attacco terrorista, l’ennesimo contro una chiesa, ha provocato almeno quindici morti nel nord della Nigeria. Colpevoli della strage sono sempre gli stessi: i qaedisti di Boko Haram, il gruppo islamista che dal 2009 sta insanguinando con attentati sempre più cruenti quella regione depressa e sovrappopolata d’Africa. Ieri, a provocare l’esplosione è stata un’autobomba guidata da un kamikaze. La vettura s’è schiantata a tutta velocità contro un posto di controllo approntato nei pressi della chiesa Harvest field pentecostal, dove era in corso il servizio religioso della domenica. Le misure di sicurezza erano state rafforzate nei mesi scorsi, dopo precedenti attacchi compiuti in quella zona del gruppo estremista.
Mohammed Ladan, commissario di polizia dello Stato di Bauchi, ha spiegato che il posto di blocco non lontano dal cancello della chiesa ha impedito all’attentatore di raggiungere il suo obiettivo, che era quello di provocare un’ecatombe all’interno del luogo di culto. Alcuni testimoni hanno riferito del crollo di un edificio adiacente alla chiesa di Bauchi causato dall’esplosione, che ha poi scatenato una ressa tra i fedeli. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, altri morti e altri feriti sarebbero stati provocati proprio dalla ressa dei fedeli che tentavano di fuggire dalla chiesa.
Fondata nel 2002 dall’imam Mohammed Yusuf e ispirata ai Taliban afgani, la setta (il cui nome in lingua hausa significa “l’educazione occidentale è peccato”) è rimasta nell’ombra fino al 2009, quando la violenta repressione dell’esercito ha dato il via a una serie di attacchi diretti principalmente contro obiettivi governativi e in particolare nei confronti della polizia locale. L’arresto di Yusuf, morto in cella, sembra poi aver lasciato spazio a una leadership collegiale e sempre più sanguinaria.
L’attività dei Boko Haram si è intensificata nel corso dell’ultimo anno, in particolare dall’aprile del 2011, quando alla presidenza del più popoloso Paese africano è stato eletto il cristiano Goodluck Jonathan. Gli attentati del 16 giugno e del 26 agosto nella capitale Abuja, rispettivamente contro il quartier generale della polizia e la sede delle Nazioni Unite, con autobomba e attacchi suicidi, hanno dimostrato che la setta è ora capace di colpire nel cuore della Nigeria con modalità tipiche del terrorismo islamico. Il giorno di Natale il gruppo ha sferrato dodici attacchi concomitanti. Questa evoluzione è la prova dell’esistenza di legami con Al Qaeda nel Maghreb e le Corti islamiche somale. Tuttavia, l’attività di Boko Haram va inserita nel contesto dei fragili equilibri politici e sociali della Nigeria.
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