Monti: “Risolverò il problema esodati”

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ROMA â€” Monti ci ha messo la sua parola e si è impegnato davanti ai partiti: il governo interverrà  sugli esodati, su alcuni aspetti della flessibilità  in entrata e sugli ammortizzatori sociali. Le questioni saranno risolte «tempestivamente, con appropriate iniziative legislative», «anche sulla base delle costruttive proposte provenienti dai gruppi di maggioranza ». Così recita una nota di Palazzo Chigi diffusa ieri sera, alla fine di un’altra difficile giornata aperta da un contestato intervento del ministro del Lavoro Fornero alla Camera.
Ma l’impegno e la promessa prevedono una contropartita: la riforma del lavoro deve essere varata entro il 27 giugno, giusto in tempo per far sì che il premier possa portarla con sé al Consiglio Ue previsto per il 28. E’ questo infatti il motivo che ha convinto Monti a cedere al pressing della maggioranza, che mai come ieri ha alzato la polemica contro il ministro Fornero. Dopo il suo intervento in aula, infatti, sia Pd che Pdl hanno chiesto all’esecutivo di scoprire le carte e di passare ai fatti, minacciando – in caso contrario – di dilatare i tempi di approvazione del disegno di legge che contiene la riforma del lavoro. E per sottolineare la forza di questa pressione, ieri per la prima volta nella storia di questa legislatura, Pd e Pdl si sono applauditi a vicenda alla fine dei rispettivi interventi.
La giornata alla Camera, infatti, si era aperta fra grandi tensioni: all’ingresso del ministro del Lavoro la Lega aveva srotolato lo striscione «Esodiamo la Fornero » e subito dopo aveva lasciato gli scranni per non ascoltare il suo intervento. Il ministro, come già  fatto il giorno prima al Senato, ha spiegato la sua posizione, definito «parziale e fuorviante» la tabella fornita dall’Inps (quella che fa riferimento a 390 mila esodati) e ha aperto alla copertura di altri 55 mila lavoratori, oltre ai 65 mila già  tutelati dal decreto. Tra i lavoratori salvaguardati, ha precisato la Fornero, oltre a quelli «interessati da accordi collettivi, sottoscritti con il governo» potrebbero esserci coloro che «entro il 2014 hanno raggiunto i requisiti o che hanno superato una soglia di età , per esempio 62 anni ».
Ma la sua informativa non ha convinto la maggioranza. Durissimo
l’intervento di Giuliano Cazzola del Pdl: «Nel fare la riforma – le ha detto – lei ha trascurato la regola fondamentale, l’abc per chi si accinge a cambiare il sistema
pensionistico, un errore grave per un tecnico». «La regola fondamentale – ha chiarito – è quella del periodo di transizione a tutela non dei diritti acquisiti, ma delle
legittime aspettative delle persone ». Stessa linea per Cesare Damiano del Pd: «Serve un provvedimento immediato – ha detto – siamo stanchi di dare i numeri o di inseguirli». «In un momento come questo di recessione che si prolunga – ha ricordato – per i lavoratori avere una pensione che si allontana e ammortizzatori che a regime saranno di tutela più breve provoca un cortocircuito difficile da gestire. Rischiamo di creare esodati in modo permanente ». Scontri e polemiche sono proseguiti per tutta la giornata, fino a quando Monti, dopo aver telefonato ad Alfano, Bersani e Casini, ha preso in mano la situazione mettendo sul tavolo il patto che prevede «interventi tempestivi » e riforma entro il 27 giugno.


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