L’Ue: mutui, una famiglia su 4 in affanno

by Editore | 28 Giugno 2012 8:04

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ROMA â€” Il credito, in Italia, non scorre. Per le aziende ottenere un finanziamento rimane il primo dei problemi, come rivela un sondaggio condotto da Confindustria tra le imprese del settore elettronico. Mentre a trattenere le banche dal prestare è la paura di non essere rimborsate. Ben fondata, stando a un rapporto della Commissione Europea pubblicato ieri: una famiglia italiana
su quattro, stima Bruxelles, non riesce a pagare le rate del mutuo. Una cifra tanto pesante da sembrare esagerata. Anche all’Abi, associazione delle banche, che in serata l’ha smentita in un comunicato: «Nel primo trimestre dell’anno le nuove sofferenze in rapporto ai prestiti sono solo l’1,2%. Le famiglie del Paese sono solide».
Un botta e risposta a suon di dati. Quelli di Bruxelles si leggono nel rapporto di giugno della direzione Lavoro e Politiche sociali. Che in un paragrafo dedicato al problema dei senzatetto, lancia un allarme sulle finanze degli italiani. Le famiglie in sofferenza,
costrette a ricorrere ai prestiti o dar fondo ai risparmi per reggere le spese, sono salite in un anno dal 16 al 26%. «E nel primo trimestre del 2011 quelle incapaci di onorare il mutuo sono una su quattro, il 25%». La fonte non è citata, ma il dato è ribadito per due volte. Enorme, «ma palesemente errato», secondo l’Abi: «Gli italiani sostengono i pagamenti delle rate senza particolari problemi: le famiglie che a marzo 2012 hanno sfruttato la moratoria e chiesto di sospendere i pagamenti sono circa 65mila, a fronte di 3,5 milioni di mutui». Una solidità  confermata anche da Bankitalia: «Nel primo trimestre dell’anno le nuove sofferenze sono l’1,2% dei prestiti totali, in diminuzione. I mutui che hanno registrato temporanee difficoltà  il 2,3%». Anche perché nel nostro Paese, sottolinea l’Abi, sia il rapporto tra rate e redditi che quello tra valore del mutuo e dell’immobile sono in equilibrio.
La prudenza delle banche però è un fatto. E per due imprese su tre il credit crunch, la contrazione del credito, resta l’emergenza più grave di questi mesi. Il sondaggio è stato condotto tra i membri dell’Anie, ramo di Confindustria del settore elettronico, che ieri ha tenuto la sua riunione annuale. Campione ristretto ma significativo, perché comprende industrie ad alta tecnologia, tra le più votate ad investire. Il 71% ritiene che il problema sia proprio la diffidenza delle banche nell’erogare prestiti. Una stretta aggravata dal fatto che in Italia, lo pensano tre intervistati su quattro, la borsa non è una valida alternativa per finanziarsi.

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