by Editore | 4 Giugno 2012 7:31
TRENTO — «La situazione è tale che ogni giorno con ansia mi chiedo cos’altro aggiungere all’agenda per la crescita». Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, che potrebbe portare tra mercoledì e venerdì in Consiglio dei ministri il decreto Sviluppo, muove dalla constatazione che in questo momento «sono 28 milioni gli italiani colpiti dalla crisi tra disoccupati, sospesi dall’occupazione e sottoccupati».
Non ci sono «scorciatoie», ha detto durante un incontro al Festival dell’Economia di Trento. «Quando mi si chiede la ricetta e di sintetizzarla in pochi punti – ha spiegato – provo una grande frustrazione perché non esiste una singola iniziativa che possa portare alla crescita». Il nuovo pacchetto rappresenta infatti solo un primo intervento, cui ne seguiranno altri, che prevede sgravi per le imprese, introduce semplificazioni alle procedure energetiche, interviene su infrastrutture ed edilizia. Traduce in pratica quello che per Passera deve essere la crescita: «Sostenibile e sostenuta, ma non fondata sul debito, perché se si crea comperando debito pubblico o privato i nodi vengono al pettine».
Per stimolare lo sviluppo «non si possono fare solo riforme strutturali di medio periodo – ha spiegato il ministro -, servono anche azioni immediate per liberare liquidità ». A livello europeo il governo italiano sta lavorando sulla Tobin Tax («credevo e credo che la tassazione delle transazioni finanziarie sia una cosa di cui si possa parlare senza creare problemi al sistema europeo»), mentre sul fronte interno tra le priorità da risolvere c’è il ritardo nei pagamenti verso le piccole e medie imprese da parte della pubblica amministrazione e delle grandi aziende. Per invertire la tendenza «l’Italia recepirà in anticipo la direttiva europea che abbassa i tempi di pagamento, così le grandi imprese saranno obbligato a pagare le piccole». Mentre sul fronte pubblico «la certificazione del credito a cui si è arrivati è il presupposto per rendere pagabili o cedibili i debiti che lo Stato ha verso un’azienda». Il governo punta a una cessione di attivi per finanziare operazioni straordinarie, in particolare gli arretrati della pubblica amministrazione. E’ necessario rimettere in moto i progetti e il ministro vede nella green economy un settore che potrà portare sviluppo. Nei prossimi provvedimenti ci sarà una parte dedicata all’ «efficienza energetica – ha anticipato Passera – su cui c’è un dibattito a livello europeo e una direttiva in corso di preparazione». Ma il governo vuole «accelerare e rendere più incentivanti gli investimenti a livello di abitazioni e imprese sul risparmio energetico».
Nonostante la crisi, Passera non è pessimista: «Non siamo nell’Italia del dopoguerra. I confronti nazionali ci dicono che partiamo da una situazione di forza, tuttavia se non avviamo la crescita rischiamo di perdere le conquiste sociali fin qui raggiunte. Ma abbiamo tutti i fondamentali per ripartire». La globalizzazione per il ministro va vista come un’«opportunità che le nostre aziende stanno già cogliendo e l’andamento dell’export lo dimostra». In molti settori si sono avviate le liberalizzazioni ed «entro l’estate verranno formulate proposte normative per facilitare le start-up».
Una cosa però deve essere chiara: «Dobbiamo continuare a convincere il mondo che l’Italia è molto seria nel rispettare i conti».
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