«La scadenza Imu non cambia»

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ROMA — «Ciò che dovevamo fare per l’Imu l’abbiamo fatto. Siamo già  intervenuti». Vittorio Grilli, vice ministro dell’Economia, esclude la proroga dei termini per il pagamento della nuova Imu, atteso entro il 18 giugno, sollecitata dai contribuenti soprattutto per le difficoltà  nella compilazione della dichiarazione. Il ministero, con una nota, ha annunciato lo slittamento dal 18 giugno al 9 luglio dei termini per il versamento delle imposte per le persone fisiche e i contribuenti soggetti agli studi di settore (come accadde l’anno scorso), ma ha confermato le scadenze previste per l’Imu. 
Anche se il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, sottolinea che le osservazioni di chi chiede un rinvio «sono legittime», e che il governo «sta ancora riflettendo», sulla proroga, in ogni caso, meglio non contarci. Se arriverà , come sempre succede in questi casi, la decisione del governo sarà  presa solo all’ultimo momento utile. Le uniche certezze sono che bisognerà  pagare, che l’operazione è complicata (sul sito delle Poste, però, c’è un programmino che aiuta a compilare il modello F24 per il pagamento) e che sarà  una bella stangata. 
Secondo i calcoli degli artigiani di Mestre il peso dell’Imu, che porterà  nelle casse dei Comuni e dell’erario oltre 21 miliardi di euro, cadrà  per il 62% sulle famiglie, e in particolare su quelle proprietarie di più immobili. E secondo l’Osservatorio della Uil sulla fiscalità  locale, avrà  un costo medio di 177 euro per la prima casa, di 865 euro per seconde e terze case. Che si sommano, naturalmente, al costo delle addizionali Irpef comunali, cresciute dell’11,2% rispetto al 2011, della Tarsu (+2,7%), dei servizi comunali per mense e asili nido: 1.427 euro a famiglia.
In alcune città  il conto delle tasse locali, tra la nuova Imu e i rincari, diventerà  esorbitante. Secondo i calcoli della Uil, ancora una volta, i cittadini più tartassati dal fisco sono i romani, con un peso medio di 3.042 euro a famiglia. Nella classifica seguono Bologna (2.580 euro) e Milano (2.519 euro), mentre a Palermo e Cagliari la spesa media è di poco superiore ai 1.300 euro a famiglia. Gran parte della spesa è relativa proprio all’Imu, che in media vale per la prima casa 639 euro a famiglia a Roma, 427 a Milano, 409 a Bologna, 323 a Torino, 303 euro a Napoli. Anche per l’Imu sulle seconde case Roma si conferma la città  più cara d’Italia con una media di 1.885 euro a famiglia (1.793 euro a Milano, 1.746 a Bologna, 1.426 a Firenze).
Poi ci sono le addizionali comunali: fino a oggi hanno già  deliberato in materia 1.551 Comuni, comprese 45 città  capoluogo: il 50,8% dei municipi ha deliberato l’aumento delle aliquote, mentre il 47,8% ha mantenuto gli stessi livelli dell’anno scorso e solo 22 Comuni (l’1,4%) ha ridotto la misura del prelievo. L’aliquota media dell’addizionale Irpef comunale, sbloccata da quest’anno dopo essere rimasta congelata per quasi cinque anni, sale dallo 0,42% del 2011 allo 0,47%. Il che significa, secondo lo studio della Uil, un aumento medio di 14 euro per contribuente rispetto all’anno scorso. Quest’anno, per le addizionali comunali, la spesa media sarà  di 143 euro per ciascun soggetto Irpef. E anche in questo caso la palma del primato negativo spetta alla Capitale, con 207 euro, seguita da Palermo con 184.
Secondo i calcoli degli Artigiani di Mestre, dei 18,4 miliardi di gettito Imu considerato (escluso il gettito da terreni agricoli, e quello degli immobili nelle province autonome di Trento e Bolzano), 3,1 miliardi arriveranno dai proprietari di prime case, ben 8,2 (quindi il 44,8% del totale) da chi possiede seconde e terze case, e circa 7 miliardi dalle imprese.


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