by Sergio Segio | 13 Giugno 2012 7:46
Orrore senza fine, senza limiti. È l’inferno chiamato Siria. Secondo un rapporto dell’Onu dal titolo «Bambini nei Conflitti Armati», le truppe siriane hanno torturato bambini anche di solo 8 anni, li hanno uccisi, stuprati e usati come scudi umani nelle incursioni militari contro i ribelli.
Le Nazioni Unite definiscono il governo di Damasco come uno dei peggiori nella lista annuale della vergogna, che elenca le nazioni che si servono dei bambini nei conflitti armati. Secondo i gruppi a difesa dei diritti umani sono ormai circa 1.200 i bimbi morti nei 15 mesi di rivolta contro il regime di Bashar al-Assad. «Raramente dice Radhika Coomaraswamy, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per i bambini nei conflitti armati ho visto tanta brutalità come in Siria, dove ragazzi e ragazze sono strati arrestati, torturati, giustiziati e usati come scudi umani». «Molti ex soldati hanno parlato di attacchi armati nelle aree abitate da civili e di aver visto bambini, alcuni molto piccoli, uccisi e mutilati», ha affermato la Coomaraswamy.
RACCONTI AGGHIACCIANTI
«Ci sono testimoni che hanno visto bambini torturati e abbiamo sentito che sono stati messi dei bambini sui tank e usati come scudi umani per evitare che si sparasse contro i carri armati», ha aggiunto. Ma non solo. Il 9 marzo scorso, nella provincia di Idlib, prima dell’attacco al villaggio di Ayn l’Arouz, le forze del governo hanno razziato decine di maschietti tra gli 8 e i 13 anni: i ragazzini furono «usati dai soldati e dai miliziani come scudi umani, messi dinanzi ai finestrini degli autobus che trasportavano il personale militare dentro il villaggio per il raid».
La rappresentante delle Nazioni Unite sottolinea tuttavia che anche l’Esercito libero siriano (Els), i soldati disertori che combattono le forze pro-Assad, hanno utilizzato i bambini nel conflitto. «Per la prima volta ha affermato abbiamo sentito di bambini reclutati dall’Els per il fronte». «Il rapporto che è stato completato prima del massacro di Hula, il 25 maggio, dove 49 delle 108 vittime erano proprio bambini, alcuni di due o tre anni, uccisi con colpi alla testa o ritrovati con il cranio spaccatodocumenta brutalità di ogni genere. «Molti bambini vittime di tortura hanno raccontato di esser stati picchiati, tenuti con gli occhi bendati, costretti in posizioni innaturali, legati a pesanti cavi elettrici, segnati da bruciature di sigarette e, in un caso documentato, sottoposti a scosse elettriche applicate ai genitali». Per Save the Children è «scioccante e desta grande preoccupazione» il caso di «bambini utilizzati come scudi umani ed impiegati sulle linee del fronte da entrambe le parti negli scontri armati in corso in Siria, segnalato dal report diffuso delle Nazioni Unite. «I responsabili di questi crimini devono essere perseguiti. Si tratta di un azione in contrasto con la legge internazionale».
NUOVI MASSACRI
«Vi prego, aiutateci, impedite un massacro». È questo l’appello lanciato in un collegamento con la televisione Al Jazira dal dottor Aba al Baraa, medico nel quartiere di Al Khaldiyeh, nella città di Homs, sottoposto a bombardamenti dell’artiglieria e degli elicotteri governativi, secondo il quale c’è il rischio di un nuovo «massacro». Al Baraa chiede alla comunità internazionale di fare in modo che possano essere portati aiuti alla popolazione civile, affermando che non è nemmeno possibile soccorrere i feriti. Un altro residente, Hadi al Abdullah, ha detto che gli attacchi portati contro Khaldiyeh sono «senza precedenti» e che i ribelli dell’Esercito libero siriano (Els) stanno cercando di impedire che le forze governative si impadroniscano del quartiere, temendo che si possa ripetere «un massacro» come quello avvenuto a Hula. Cronaca di guerra. Non si fermano i bombardamenti in varie città della Siria e in 24 ore il bilancio sarebbe già di quasi 100 morti. Almeno 38 persone hanno perso la vita ieri mattina, vittime degli attacchi governativi in diverse località . Fra queste, come riferiscono i Comitati locali di coordinamento dell’opposizione, 11 sono state uccise a Jbeibleh, nella provincia orientale di Deir Ezzor. Le truppe siriane hanno bombardato diverse aree del Paese, tra cui al-Haffa, dove si teme un nuovo massacro. Gli osservatori Onu che ieri hanno cercato di raggiungere al-Haffa «hanno affrontato una folla inferocita, che ha circondato il convoglio, impedendo di proseguire. La folla, in apparenza residenti dell’area, ha lanciato pietre e sbarre di metallo contro i veicoli. Siamo tornati indietro».
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