«Il guerriero della luce agisce» Le note dell’assassino sul libro
BRINDISI — C’era un libro, sul comodino della sua stanza, nella bella villetta di via Vespucci, a Copertino. E molte pagine sottolineate. Un libro dello scrittore brasiliano Paulo Coelho, «Manuale del guerriero della luce». Poiché è buona regola degli investigatori quella di non trascurare nulla, durante la perquisizione — giovedì — l’hanno notato, aperto e lì hanno trovato qualcosa d’interessante, che forse c’entra con il movente della bomba preparata, innescata e fatta esplodere il 19 maggio scorso dal reo confesso Giovanni Vantaggiato, 68 anni, benzinaio.
«Un guerriero della luce — c’è scritto nel libro a un certo punto — non rimanda le sue decisioni. Egli riflette a lungo prima di agire. Considera il proprio addestramento, la propria responsabilità e il proprio dovere di maestro… Tuttavia, nel momento in cui prende una decisione, il guerriero agisce: non ha più alcun dubbio su ciò che ha scelto né cambia rotta… Un guerriero della luce, quando comincia, va fino alla fine». Parole suggestive, non c’è dubbio. Ma a impressionare gli inquirenti, tanto da decidere di sequestrare l’opera, è stata la chiosa, la nota a margine che Vantaggiato ha scritto accanto alle parole di Coelho: «Agire subito!!!». Tre punti esclamativi. L’Unabomber di Copertino, maniaco degli esplosivi, che l’altra notte in Questura a Lecce, sembrava quasi posseduto dal demonio, eccitatissimo, fanatico, mentre disegnava su un foglio a beneficio degli inquirenti il modo in cui aveva fabbricato la bomba, sembra come aver preso l’ispirazione dalle pagine dello scrittore brasiliano: «Il guerriero della luce si serve della rabbia per mostrare l’infinito valore della pace… si serve del fuoco per impartire una lezione sull’acqua… si serve della morte per mostrare l’importanza della vita…».
Se ad armare il suo delirio è stato questo, oltre alla crisi economica che lo strozzava negli ultimi tempi, lo si saprà forse oggi stesso, quando Giovanni Vantaggiato sarà interrogato davanti al Gip, a Lecce, per la convalida del fermo. Il suo avvocato, Franco Orlando, annuncia il pentimento dell’uomo («In carcere piange per Melissa, dice che il rimorso se lo mangerà per tutta la vita…»). Ma i magistrati, presumibilmente, chiederanno conto a Vantaggiato anche della bici-bomba che 4 anni fa quasi uccise Cosimo Parato, l’imprenditore agricolo condannato nell’aprile scorso dal Tribunale di Brindisi per una truffa da 342 mila euro ai danni proprio del presunto killer della scuola «Morvillo Falcone». Preparò lui pure l’ordigno del febbraio 2008?
Di sicuro, Vantaggiato mostra una notevole perizia da elettrotecnico, una passione forse coltivata già nei 20 anni in cui lavorò in Germania, in una fabbrica di Monaco di Baviera: giovedì scorso, oltre al libro di Coelho e a un manuale di chimica, gli uomini della squadra mobile di Francesco Barnaba gli hanno sequestrato in laboratorio vari pezzi di circuiti elettrici, tre batterie tipo scooter, lampadine, fili elettrici di diverso diametro, eppoi stagno, plastica e polvere in un barattolo. Ripensando a come ha raccontato, lui stesso, durante l’interrogatorio, di aver confezionato la bomba esplosa davanti alla scuola di Brindisi, e in attesa degli esami merceologici di compatibilità , sembra che gli inquirenti abbiano scoperto davvero l’antro del mago. L’officina della morte.
Non solo: dalla casa di Copertino sono state portate via una giacca, una camicia, un paio di pantaloni e delle scarpe marroni con la suola bianca, che sembrano combaciare perfettamente con l’abbigliamento dell’uomo che preme il telecomando nel video dell’orrore. Anche un paio di occhiali da vista, dalla montatura leggera, sembrano gli stessi di quella mattina.
Vantaggiato da mercoledì notte è recluso in una cella del carcere femminile di Lecce, settore Nido: in qualunque penitenziario maschile rischierebbe seriamente la pelle. La sua condanna a morte, in certi ambienti, sarebbe già stata emessa. È sorvegliato a vista, poco appetito e incubi. Ieri al suo avvocato, che lo conosce da 15 anni, ha chiesto di portargli solo «un cruciverba» per ammazzare il tempo. Nient’altro. La moglie Pina gli ha inviato un cambio di vestiti e un messaggio di fedeltà anche a nome delle due figlie: «Non ti lasceremo mai».
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