«Cerchiamo di mettere in sicurezza un Paese che è stato devastato»

by Editore | 6 Giugno 2012 7:19

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ROMA — I governi che ci hanno preceduto hanno creato «così grandi disavanzi e debiti pubblici», che hanno «caricato il peso su italiani che allora erano bambini. O non erano ancora nati. Quella è stata la più grande devastazione delle famiglie. Noi ci troviamo, oggi, a cercare di rimediare a quella situazione».
Nel giorno in cui arrivano dati negativi sulle entrate fiscali, che tuttavia a Palazzo Chigi sembrano considerare meno significativi di quanto appaiono a prima vista, escono le anticipazioni di un’intervista che il presidente del Consiglio ha rilasciato a Famiglia Cristiana. Una chiacchierata in cui si conferma la grande preoccupazione per lo stato dell’economia italiana: «Siamo impegnati – dice Mario Monti – per l’ottanta del cento del nostro tempo a rimettere in sicurezza un Paese che è stato devastato dall’improvvidenza». 
Il premier usa un linguaggio più crudo che in altre occasioni, enfatizza lo sforzo di ricostruzione che è toccato a lui e ai suoi colleghi, sorvola del tutto sui malumori crescenti dentro Pd e Pdl: «Prima ancora di ricostruire, pensiamo di dover togliere relitti dal terreno. Il nostro è un Paese disastrato» ed «è molto difficile» operare per il risanamento e «al tempo stesso, dare messaggi caldi, messaggi di speranza, di fiducia e di sostegno nell’immediato, nel breve periodo. E con questo non voglio dire che siamo solo presi da un obiettivo di risanamento. Ma siamo in una situazione senza precedenti per un governo italiano. Quella di dover contemperare la molta durezza, che è necessaria per rimediare i guasti del passato, con una prospettiva più umana per il futuro».
Nel pomeriggio Monti partecipa a una teleconferenza con gli altri ministri dell’Economia del G20. Dagli Stati Uniti arrivano nuovi moniti diretti all’Europa, inviti a fare presto, a risolvere la crisi della zona euro con misure più incisive. E se nell’intervista Monti non parla di banche, di riforme europee, si sofferma a lungo però sullo stato della nostra economia: «Siamo stati criticati per essere stati troppo duri sul fronte dell’evasione fiscale. Le assicuro che saremo ancora più duri in futuro. Si è strillato perché abbiamo intensificato la lotta all’evasione con provvedimenti concreti e sgradevolissimi».
Azioni ed effetti che il capo del governo ritiene virtuosi, di cui si attendono i frutti, alcuni già  in corso. Per esempio alcune iniziative di controllo e ispezione della Guardia di finanza, «che hanno fatto prendere un pizzico di salutare paura in più al contribuente, con buoni risultati». Tanto che, sembra svelare Monti, «i produttori di carta per scontrini hanno aumentato massicciamente la produzione».
Il settimanale cattolico ovviamente chiede delle politiche per la famiglia, e per i giovani. Sulla prima Monti si dice dispiaciuto, il governo farebbe qualcosa se ci fossero i soldi, che però mancano. Sui giovani, sui livelli di disoccupazione delle fasce di popolazione under 30, non nega che la situazione sia «drammatica»: negli anni passati, «nei mercati del lavoro, delle professioni e tanti altri, si è sempre dedicata più attenzione a proteggere chi è dentro. Non curandosi di chi è fuori e bussa al castello, che tiene alzato il ponte levatoio, una situazione che è il risultato di una scarsa attenzione per il futuro che c’è stata nel passato». 
Nell’intervista Monti si dice addolorato e dispiaciuto per le notizie di cronaca che arrivano dal Vaticano, parla anche dei suoi rapporti personali con Benedetto XVI, quindi affronta i recenti fatti di sangue inseriti in una cornice terroristica: «Il governo intende avere la più grande fermezza e determinazione nel contrasto a ogni tipo di criminalità . E vogliamo operare perché il Paese sia più che mai unito. Anche se recentemente in Italia ci sono stati sintomi inquietanti, mi auguro che rimangano episodi isolati».
La settimana prossima, il 13, il premier volerà  a Berlino per ritirare un premio che in Germania è considerato particolarmente prestigioso. Il discorso d’onore è stato affidato al ministro dell’Economia tedesco, Schaeuble, proprio alla vigilia della prima visita che il presidente francese farà  a Roma. Ieri Monti ha ricevuto a Palazzo Chigi Laurent Fabius, ministro degli Affari esteri francese. 
La notizia dell’imminente visita di Franà§ois Hollande, che tornerà  a Roma il 22 giugno insieme ad Angela Merkel, ha ieri rafforzato quelle ricostruzioni che vedono in formazione un asse fra Roma e Parigi sulla crisi dell’eurozona. Ma il premio a Berlino aiuta forse a spostare l’asse di osservazione, attribuendo al nostro premier un ruolo meno sbilanciato e più votato verso le mediazioni che oggi si moltiplicano fra le capitali del Vecchio continente e Bruxelles.

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