La Spagna si piega all’Europa e dice sì al mega-prestito
BRUXELLES — L’Eurogruppo dei ministri finanziari, riunito d’urgenza in teleconferenza, ha messo a disposizione della Spagna fino a 100 miliardi di euro per il salvataggio del settore bancario e per evitare un eventuale contagio in altri Paesi della moneta unica. I 17 ministri hanno comunicato che «il prestito sarà in grado di coprire tutte le possibili esigenze di capitale» e che la richiesta ufficiale di Madrid è prevista «a breve». Il ministro delle Finanze spagnolo, Luis de Guindos, ha confermato che si attendono solo i risultati di verifiche tecniche sulle esigenze di ricapitalizzazione delle banche (prima del 21 giugno) e che l’aiuto europeo verrà intermediato con Bruxelles dal fondo nazionale per le ristrutturazioni bancarie Frob. «Il governo spagnolo ha la massima determinazione a contribuire alla stabilità della moneta unica», ha garantito de Guindos.
L’Eurogruppo ha chiarito che la richiesta di aiuti spagnola sarà esaminata dalla Commissione europea insieme alla Banca centrale europea, all’Autorità bancaria europea e al Fondo monetario internazionale (Fmi). L’intervento finanziario è affidato al fondo europeo salva Stati Efsf/Esm. Il direttore del Fmi, Christine Lagarde, che ha partecipato alla teleconferenza, ha commentato positivamente l’esito della riunione aggiungendo che «il Fmi è pronto a dare il suo contributo, monitorando le misure finanziarie a favore delle banche spagnole». La cancelliera tedesca Angela Merkel e il suo ministro delle finanze Wolfgang Schà¤uble hanno affermato che ora la Spagna «è sulla strada giusta» per respingere la speculazione ed evitare il contagio nell’eurozona. «Sono profondamente convinta che servano strumenti di solidarietà affidabili e di lungo periodo contro le speculazioni dei mercati», ha detto la Merkel, specificando però che gli aiuti finanziari non saranno «senza contropartite» in misure di risanamento. Anche perché gli altri Paesi sotto programma di salvataggio potrebbero chiedere di rinegoziare gli impegni con la Ue (l’Irlanda già lo ha fatto trapelare).
Il premier Mario Monti «sostiene pienamente» le decisioni dell’Eurogruppo. Il premier svedese Frederik Reinfeldt ha giudicato l’intervento «uno dei più grandi salvataggi finanziari della storia recente». Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha dichiarato che ormai siamo «certi che la Spagna riconquisterà gradualmente la fiducia degli investitori e dei mercati e creerà le condizioni per tornare alla crescita sostenibile ed alla creazione di posti di lavoro». E da Washington il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner ha accolto con favore l’accordo.
Nell’Eurogruppo si è conclusa così una due giorni di surriscaldate trattative tra Bruxelles, Madrid e le principali capitali dell’eurozona, accompagnate da indiscrezioni in serie, che venerdì scorso sembravano aver influenzato fortemente l’andamento dei mercati finanziari. La Germania e la sua banca centrale Bundesbank sollecitavano un piano di salvataggio tipo Grecia per allontanare il contagio all’eurozona e, in particolare, al sistema economico finanziario tedesco, molto esposto nella penisola iberica. Ma il governo di Mariano Rajoy ha rifiutato qualsiasi intervento accompagnato da misure di austerità e dal commissariamento di fatto delle principali politiche economiche nazionali. A Madrid temono che la crisi economica e la disoccupazione a livelli record non consentano di rischiare altri inasprimenti delle tensioni sociali. Il compromesso concordato ieri limita al sistema bancario i 100 miliardi di aiuti e gli interventi di risanamento finanziario voluti da Bruxelles. L’Eurogruppo ha ribadito di essere comunque «fiducioso» che la Spagna rispetterà i suoi impegni per la procedura di deficit eccessivo e le riforme strutturali.
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