La Germania sotto assedio

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PARIGI – La riunione di emergenza del G7 in videoconferenza, ieri nel primo pomeriggio, ha sollevato temporaneamente i mercati, e non tutti. come il Dow jones, il Cac 40 parigino ha chiuso in crescita, paradossalmente tirato dai titoli bancari, mentre la borsa di francoforte ha chiuso in ribasso. La germania è stata messa con le spalle al muro nel G7 d’emergenza, dove la crisi bancaria spagnola e la grecia hanno occupato un posto di rilievo. Ci sono state forti pressioni sulla Germania, soprattutto da Usa e Giappone, perché abbandoni l’immobilismo e si converta ad accettare misure di stimolo all’economia europea, la malata mondiale. «L’Europa ha intrapreso passi importanti per affrontare la crisi ma i mercati si attendono di piu, e bisogna fare di più», ha ribadito al termine uno dei consiglieri del presidente americano, Barack Obama, Michael Froman. La buona notizia è che i sette grandi si parlano, la cattiva è però che restano profondamente divisi. il 14 giugno, Franà§ois Hollande sarà  a Roma, prima del quadrilaterale del 22 (Italia, Francia, Spagna, Germania) per preparare il Consiglio europeo del 28-29. Il 18-19 c’è il G20 in Messico.
In Europa è grande allarme sulle banche spagnole. La Germania fa pressioni perché la Spagna accetti un aiuto europeo per la ricapitalizzazione delle sue banche. Ma Berlino è scettica: «Non vogliono, sono troppo orgogliosi, è un’arroganza fatale». A che gioco gioca la Spagna? Il ministro del bilancio, Cristobal Montoro, ha affermato: «Non abbiamo bisogno di un aiuto esterno». Ma ha ammesso che ormai, visto lo spread con le obbligazioni tedesche, che supera i 500 punti, «la spagna non ha accesso al mercato». Giovedì, madrid deve mettere sul mercato obbligazioni tra uno e due miliardi di euro, una cifra bassa, prudenza oblige. «La porta dei soldi è chiusa», ha ammesso montoro, secondo il quale «la chiave è in mano alla ue». Per Montoro, «il montante di cui ha bisogno il settore bancario spagnolo per ricapitalizzarsi non è troppo elevato, non è una cifra eccessiva». Montoro sostiene che per la Spagna non potrà  esserci un piano di sostegno finanziario, come c’è stato per la Grecia, l’Irlanda o il Portogallo, perché «tecnicamente impossibile». Irlanda, Portogallo e Grecia pesano complessivamente per il 6% del Pil della zona euro e i piani di salvataggio sono costati rispettivamente 85, 78 e 292 miliardi. La Spagna è la quarta economia della zona euro, e rappresenta il 12% del Pil europeo. Il governo Rajoy difende l’idea di un’unione bancaria, allo studio della commissione, ma che solleva forti reticenze tedesche: «Le riflessioni della commissione sui bisogni di centralizzazione della supervisione bancaria, sui fondi di garanzia dei depositi e sulla creazione di strumenti per ricapitalizzare direttamente le banche europee ci sembrano straordinariamente giuste», ha affermato Mariano Rajoy. Ma da Berlino è arrivata una doccia fredda. Per il ministro delle finanze Wolfgang Schà¤uble, «prima di parlare di eurobond o di unione bancaria la Ue deve dotarsi di una vera unione fiscale» in una prospettiva di «medio termine». Angela Merkel ha però discusso di supervisione bancaria europea per gli istituti «sistemici» con José Manuel Barroso, lunedì sera. La Francia, ha affermato il ministro degli esteri francese Laurent Fabius (in visita a Roma), punta su un «metodo pratico» per risolvere la crisi delle banche spagnole, per fare in modo che possano funzionare senza far crescere il deficit, che farebbe poi crescere a sua volta i tassi di interesse. Per Fabius, la Spagna fa parte dei paesi che «hanno fatto grandi sforzi, ma non riescono a riprendersi per mancanza di crescita». Malgrado l’accusa di Fabius a Obama, dopo aver respinto al mittente americano le accuse sull’origine della crisi – «la crisi non è nata in Europa, Lehman Brothers non è una banca europea, non dobbiamo rimpallarci le responsabilità , siamo tutti sulla stessa barca», ha detto il ministro degli esteri francese – Francia e Usa sono d’accordo sulla necessità  dello stimolo all’economia per uscire dalla crisi. Per la Casa bianca, «bisogna fare dei passi avanti». L’Europa è spaccata, tra i paesi che sono riusciti a mantenere un sistema bancario più o meno saldo (Germania, Francia e Italia) e i paesi che tremano (Portogallo, Grecia e adesso Spagna). Madrid preme perché il Mes, il meccanismo europeo di stabilità , aiuti direttamente le banche in difficoltà . La Germania frena, prima vuole il risanamento. ma di quanto ci sarà  bisogno per le banche spagnole? Le previsioni oscillano tra i 60 e i 200 miliardi di euro.


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