La Ferrari assume nonostante la crisi primo integrativo nel gruppo Fiat

by Editore | 1 Giugno 2012 7:02

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MARANELLO (MO) – Nella crisi, la Ferrari assume. Oltre cento posti garantiti dal primo integrativo firmato nel gruppo Fiat dopo l’uscita da Confindustria. L’accordo è stato siglato mercoledì sera a Maranello dai vertici della casa automobilistica e dai sindacati ammessi alla trattativa perché firmatari dell’accordo del gruppo Fiat. L’intesa è stata votata in fabbrica in una consultazione che ha coinvolto circa metà  degli aventi diritto: il sì ha ottenuto 1.126 voti e il no 200 su un totale di 2.700 dipendenti. Due i punti qualificanti dell’accordo che ieri è stato illustrato dall’ad del Cavallino, Amedeo Felisa, e dal direttore delle relazioni industriali, Mario Mairano. L’integrativo prevede un potenziamento del welfare aziendale e appunto l’assunzione di oltre un centinaio di dipendenti nei prossimi anni per realizzare i nuovi motori destinati ai modelli Maserati che verranno realizzati a Grugliasco, vicino a Torino. L’investimento complessivo sui motori è di 50 milioni in due anni. L’azienda ha anche garantito che investirà  il 17% del fatturato (2,2 miliardi nel 2011). Si tratta di circa 300 milioni all’anno, poco meno dell’utile operativo. Il premio di produzione, che nel 2011 è stato di 3.600 euro, potrà  salire fino a oltre 5.000 entro il 2014 e sarà  legato a produzione, utili e qualità . La presenza in fabbrica nel corso dell’anno potrà  far salire il premio fino al 105% del suo valore o farlo scendere, in caso di assenze superiori a 8 giorni, fino all’80%: «Da questo calcolo – ha detto Mairano – sono ovviamente esclusi i casi di malattie prolungate». Il welfare aziendale è stato potenziato. Oggi prevede visite mediche specialistiche, asili per i figli dei dipendenti, cinema di prima visione gratis una volta al mese per una spesa totale di circa 4 milioni di euro. «Il nostro obiettivo – ha detto Felisa – è quello di favorire la partecipazione dei dipendenti alla vita dell’azienda e di garantire gli investimenti sul territorio per mantenere vivo un patrimonio di conoscenze unico al mondo».
In questo spirito di squadra stonano le divisioni sindacali che la Ferrari sembra aver dovuto importare dal gruppo Fiat. E’ difficile distinguere, in un pit stop, qual è il tecnico della Fiom e quale quello del Fismic. Ma la divisione c’è anche nella fabbrica del Cavallino. La Fiom, esclusa nel sistema Fiat dalle trattative, ha fatto ricorso in tribunale. La sentenza è attesa nei prossimi giorni: «La firma dell’accordo – sostengono i metalmeccanici della Cgil – è venuta volutamente prima della sentenza. Ma se il tribunale ci dovesse dare ragione, diventerebbe illegittima la nostra esclusione e anche lo stesso accordo». «Attendiamo anche noi la sentenza – replica Felisa – all’integrativo stiamo lavorando da novembre. Certo, saremmo tutti più contenti se l’ideologia potesse rimanere fuori dalla fabbrica. L’ho detto anche a Landini: nelle relazioni sindacali con i giudici non si va da nessuna parte».

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