Immigrazione in Italia: verso un nuovo decreto flussi?
Bastava già il decreto per gli stagionali approvato nel mese di marzo. Motivo di questa scelta? La crisi e l’aumento della disoccupazione nel nostro paese. Ma c’era anche uno spiraglio di cambiamento: “Stiamo valutando con il ministro del Lavoro se aprire un nuovo decreto flussi, ma la situazione economica è drammatica, non è che abbiamo molta offerta di occupazione. Abbiamo invece fatto il decreto sugli stagionali perché eravamo sicuri che il mercato li assorbisse”. Una costatazione banale e concreta, ma purtroppo superficiale ed erronea in linea generale e soprattutto in questo momento: l’equazione più immigrati meno lavoro per gli italiani non sta in piedi.
Così è da un punto di vista rigorosamente economico, come spiega bene Maurizio Ambrosini per lavoce.info che evidenzia come lo straniero sia faccia quei lavori che i cittadini italiani non vogliono fare sia svolga mansioni imprenditoriali capaci di generare occupazione e infine si comporti come un borghese medio che con i consumi alimenta la crescita: “L’esempio tipico è quello dell’assistente domiciliare degli anziani in regime di convivenza, detta volgarmente badante: un tipico lavoro di primo ingresso, che viene di norma accettato per alcuni anni, ma che tende poi a essere abbandonato, quando le lavoratrici riescono a mettersi in regola e soprattutto a ricongiungere i figli. Si produce così la necessità di nuovi arrivi per rimpiazzare chi esce dal settore. Di conseguenza, come per gli italiani, anche per gli immigrati possono coesistere disoccupazione e posti vacanti. Di qui la necessità di nuovi ingressi regolari, se non vogliamo che ci pensi, come al solito, il mercato nero”.
Per fortuna i nostri “tecnici” cambiano anche idea. E l’approvazione di un nuovo decreto flussi non è più un tabù. Il 5 giugno una riunione interministeriale tra i dicasteri degli interni, del lavoro e dell’integrazione, sotto la regia del ministro Andrea Riccardi, ha fatto il punto, oltre che sulla famigerata tassa sul permesso di soggiorno ereditata dal governo precedente ma mai modificata, anche su qualche tipo di provvedimento in merito agli stranieri migranti o irregolari.
Negli ultimi giorni questa prospettiva ha avuto un’accelerazione, se addirittura esponenti del PDL si sono detti disponibili a votare pure una sanatoria, basta non chiamarla così. “Credo, con tutta franchezza, che essere vicini agli immigrati e parlare di aiuto ai poveri, significhi voler e saper agire in tal senso. Da un Ministro che si occupa di Integrazione – si è spinta a dire la deputata di origine tunisina Souad Sbai – mi aspetterei piuttosto un decreto urgente di sanatoria generale per chi lavora e collabora in questo Paese, vivendo purtroppo nella clandestinità . Sanatoria, peraltro, che era nei piani del Governo precedente e che quindi occorrerebbe solo riprendere e mettere in campo”.
Ma le due ministre interessate Cancellieri e Fornero prendono ancora tempo. Così riporta il sito stranieriinitalia.it: “il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha detto che “un Paese non può passare la vita da una sanatoria all’altra” e, incalzata sulla necessita di regolarizzare chi ha un lavoro, ha risposto che “è complicato”. Fonti del governo dicono però che al Viminale i giochi non sono affatto chiusi e che quelle complicazioni sarebbero superabili.
Appare più difficile, al momento, convincere gli esperti del ministero del Lavoro, gli stessi che hanno bloccato un nuovo decreto flussi. In via Fornovo si ritiene infatti che anche un’emersione poco si sposa con l’attuale momento di crisi, perché i regolarizzati entrerebbero giocoforza in competizione con quei lavoratori stranieri, ancora regolari, che hanno perso il posto e che la riforma Fornero cercherà di tutelare, allungando la durata dei permessi di soggiorno per attesa occupazione.
C’è poi un altro interlocutore importantissimo, l’Unione Europea. Anche se è proprio da Bruxelles che arriva la direttiva da recepire, non sarà infatti facile far digerire ai nostri vicini la “misura transitoria”, di fatto una nuova e improvvisa infornata di immigrati regolari che, ottenuto l’agognato permesso di soggiorno, potrebbero poi circolare liberamente nel vecchio continente e abbandonare l’Italia per stabilirsi irregolarmente in altri Paesi”.
Ancora una volta non si può che aspettare. L’attesa tuttavia potrebbe essere molto lunga poiché la sorte di questo governo traballante sembra essere appesa a un filo: e come sempre avviene in questi casi l’attenzione verso le politiche migratorie finisce per spegnersi decretando l’archiviazione di ogni promessa. [PGC]
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