Il paese contro il campanile «Adesso va buttato giù»

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CENTO (Ferrara) — Cittadini evacuati, un paese fantasma, anche se le loro case sono perfettamente agibili. È da giorni che i mille abitanti di Reno Centese, frazione di Cento rinomata per la sagra del tortellino, non possono entrare nelle antiche residenze del piccolo centro storico. «Siamo ostaggi del campanile» strillava ieri mattina uno striscione lungo la provinciale che da Finale porta a Ferrara, dietro al quale rumoreggiavano alcune centinaia di abitanti della frazione. 
Il campanile in questione, costruito a metà  dell’800, alto una settantina di metri e munito di 4 campane dal peso complessivo di 7 tonnellate, è stato seriamente danneggiato dall’uno-due sismico del 20 e del 29 maggio. 
«Diciamo che sta in piedi per miracolo — afferma l’avvocato Alessia Paltrinieri —, l’ultima scossa gli ha impresso un’ulteriore rotazione, le scale interne sono completamente distrutte, potrebbe cadere alla prossima scossa e in quel caso avrebbe l’effetto di una bomba sull’intero centro». 
È da almeno dieci giorni che gli abitanti di Reno Centese stanno marcando ad uomo le autorità  comunali per ottenere la demolizione del campanile. Ma non è così semplice. Per un po’ hanno pazientato, poi hanno deciso di alzare la voce e hanno costituito un comitato, che ha immediatamente raccolto le adesioni di tutta la frazione: «Il nostro non è sterile allarmismo — spiega Mariella Govoni, portavoce degli abitanti —: ci sono due relazioni tecniche dei vigili del fuoco e delle guardie municipali che confermano la pericolosità  della situazione». Non a caso, l’intero centro storico, praticamente un chilometro quadrato di paese, è stato evacuato: «E non ci sono solo abitazione, ma negozi e uffici pubblici come la Posta».
Per troppi giorni il campanile della chiesa di Sant’Anna è rimasto lì, agonizzante, sottoposto a uno stillicidio di scosse grandi e piccole: «Cigola da far paura: facciamo le ronde a turno per tenere sotto controllo la situazione, senza avvicinarsi troppo naturalmente…». Il problema, almeno fino a ieri, era quello di mettere d’accordo tutti i soggetti che hanno voce in capitolo nella vicenda (Comune, Curia, Sovrintendenza), oltre a risolvere alcune immancabili grane burocratiche. Ieri pomeriggio finalmente qualcosa si è mosso. «Il campanile non verrà  abbattuto, ma smontato a blocchi» hanno fatto sapere dalla Sovrintendenza regionale ai Beni culturali dopo un vertice con il sindaco di Cento, Piero Lodi, i vigili del fuoco e gli ingegneri strutturisti del Ministero. «Una soluzione — hanno spiegato — che consentirà , quando sarà  possibile, la ricostruzione della struttura». I lavori dovrebbero partire la settimana prossima, saranno particolarmente complessi e nel frattempo il centro storico di Reno Centese sarà  inagibile. Per i cittadini comunque un primo passo: «Speriamo che alle parole seguano al più presto azioni concrete. È una beffa essere sfollati senza aver subito in realtà  danni alle case». L’importante è che le continue scosse non anticipino il lavoro di demolizione: «Ci affidiamo al nostro protettore Sant’Elia, martire francescano in Cina…». La cui statua ha superato l’esame terremoto, almeno per ora. 
Un altro campanile che sta turbando i sonni di queste terre è quello, non distante, della frazione di Buonacompra. Qui però i danni erano tali che, in tempi decisamente più veloci, è stato deciso l’abbattimento. Che ancora però non è stato eseguito.


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