by Editore | 27 Giugno 2012 6:41
MILANO — Nuova, pesante tegola sul cammino verso la fusione a quattro tra Premafin, Unipol, Fonsai e Milano Assicurazioni. E’ forse presto per giudicare se si tratti di uno stop definitivo ma certo l’ostacolo ha avuto l’effetto di una valanga: con una lettera (di cui è stata data notizia in nottata) il custode giudiziale del 20% di Premafin che fa capo ai trust offshore The Heritage e The Ever Green, ha chiesto alla holding di convocare con urgenza un’assemblea straordinaria per riesaminare – ed eventualmente revocare – la delibera del 12 giugno che ha approvato l’aumento di capitale riservato da 400 milioni, funzionale all’arrivo di Unipol nella compagine azionaria e, successivamente, alla sottoscrizione dell’aumento di capitale della controllata Fonsai.
Il custode del pacchetto (nominato lo scorso 21 giugno e che dunque nell’assemblea scorsa non aveva votato), ricorda nella lettera che l’assise dello scorso 12 giugno non era stata messa in condizioni di raffrontare serenamente e in modo compiuto le due proposte sul tavolo – quella di Unipol e quella di Sator Palladio – e dunque invita la società a riconvocarne un’altra, con la massima sollecitudine, e nelle more «suggerisce» di non dar luogo al suddetto aumento di capitale riservato. Un suggerimento che, provenendo da un custode nominato dal giudice, suona quasi come un ordine. Dunque, quell’assemblea non era stata messa in condizione di fare una scelta equilibrata e, aggiunge il custode giudiziale, si possono rilevare «profili di invalidità » nelle deliberazioni assunte. Il professionista (Alessandro Della Chà ) chiede di allegare la propria relazione alla proposta all’ordine del giorno della convocanda assemblea.
Dal canto suo Premafin, ricevuta la lettera, si è comunque riservata «ogni più opportuna valutazione sul merito della medesima comunicazione, anche con riferimento alle circostanze di fatto in essa riportate». Ed ha a sua volta chiesto al custode di trasmettere la relazione illustrativa preannunciata, in modo da poter deliberare «avvedutamente» entro il prossimo 29 giugno, quando peraltro è previsto un nuovo cda Premafin. A questo punto si prefigura una situazione di difficoltà anche procedurale per Premafin. Rispetto all’assemblea del 12 giugno, c’è un nuovo “azionista”, cioè il custode giudiziale, che ha in consegna il 20% della holding parcheggiato da anni nei paradisi fiscali e ritenuto dalla Consob riconducibile ai Ligresti (il tribunale, dal canto suo, l’ha sequestrato); non basta,
un altro 20% sempre di Premafin è in mano ai curatori fallimentari di Sinergia-Imco (dichiarate fallite dal tribunale due giorni dopo la medesima assemblea dell’aumento di capitale riservato ad Unipol). Quando insomma si tornerà a votare, il quadro di Premafin sarà diverso: ci sarà ancora il 5% di Bollorè, e il 30% in mano ai tre fratelli Ligresti, ma ci sarà anche un 40% che fa riferimento ai magistrati. Ieri, intanto, un cda fiume in Fonsai aveva ulteriormente reciso i legami con la famiglia Ligresti, votando all’unanimità (voto a favore anche di Jonella e di Paolo): il Cda ha convocato un’assemblea ordinaria entro il 25 settembre con all’ordine del giorno l’azione sociale di responsabilità . La mossa chiamerà in causa la famiglia azionista, coinvolta nelle operazioni con parti correlate finite sotto scrutinio del collegio sindacale e da ultimo dell’Isvap.
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