I sindaci perplessi: che cosa dobbiamo fare?

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CAVEZZO (Modena) — «Oh, mio Dio…». Maria si mette le mani davanti alla bocca, gli occhi come due fari, punta il dito contro lo schermo del suo computer portatile: «Ma avete letto? Arrivano altre scosse, qui, e più forti, lo dicono quelli di Roma…».
Un fremito attraversa la tendopoli. Qualcuno non capisce. È quasi ora di cena quando l’allarme della commissione Grandi rischi entra come una slavina nei campi degli sfollati. Il sindaco Stefano Draghetti sembra un leone in gabbia, cerca di controllarsi per non agitare la sua gente, ma se li avesse davanti quei signori di Roma: «Tra i tanti problemi che ha l’Italia — sbotta — c’è anche quello di chi, per coprirsi le spalle e in forza di una competenza molto presunta, parla a vanvera. Io mi chiedo se qualcuno a Roma è impazzito: ma si rendono conto di quale veleno stanno mettendo in giro? Proprio adesso che la gente lentamente stava tornando nelle case, per non parlare poi delle aziende».
Bastano poche ore perché il report della commissione Grandi rischi, diffuso da Palazzo Chigi, faccia il giro delle zone dell’epicentro. Una botta allo stomaco. Un colpo basso. «Di più — tuona il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, pd —: questa è un’enorme sciocchezza comunicativa. Sono sbalordito. In quel rapporto sono contenute affermazioni senza alcuna logica: “se…, nel caso…, significativa probabilità …”. E io adesso cosa devo fare? Evacuare Ferrara? E su quali basi? Su un terremoto che potrebbe arrivare adesso come tra 500 anni?». A Finale Emilia, indicata nel report come il segmento lungo il quale potrebbe tornare a scatenarsi la furia della terra, il sindaco Fernando Ferioli sta seriamente meditando di far partire una serie di denunce per procurato allarme: «Sono allibito e scandalizzato. Chiederò agli altri sindaci della zona di scrivere un documento pubblico per chiedere che gli esperti della commissione vengano qui, davanti alla nostra gente, a spiegare su quali basi scientifiche hanno formulato quel report: ma non ci hanno sempre raccontato che i terremoti non si potevano prevedere?».
Aria pesante anche ai vertici della Protezione civile. Il responsabile dell’Emilia-Romagna, Demetrio Egidi, va in dribbling: «Sono in riunione, non posso…». Franco Gabrielli, il gran capo, tenta un’interpretazione del report della commissione: «È un’analisi dei tre segmenti della faglia: due si sono spezzati e uno no. Si ritiene probabile che si rompa anche il terzo, ma è una situazione assolutamente imprevedibile». Questo per l’ufficialità .
Dietro alle quinte, invece, c’è chi racconta di «reazioni inorridite» nello staff che coadiuva Gabrielli alla notizia della divulgazione dell’analisi. La stessa irritazione (eufemismo) che si respira attorno al presidente dell’Emilia-Romagna, nonché commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, che ha tentato di neutralizzare l’impatto devastante dell’allarme: «Leggete bene il comunicato: è solo un dato statistico» ha detto, forse cercando di convincere anche se stesso. In realtà , a quanto trapelato, il governatore ha tentato in ogni modo di bloccare l’uscita del comunicato. Giovedì, saputo della previsione della Commissione e dell’intenzione di renderla pubblica, Errani non ha esitato ad abbandonare il corteo che accompagnava il presidente Napolitano nei paesi colpiti dal terremoto per correre a Roma. Lì, giocando di sponda con alcuni ministri del governo Monti, ha poi tentato di bloccare o perlomeno diluire il contenuto del report. Operazione solo parzialmente riuscita. A quanto raccontano, la prima stesura della nota era ancora più drastica di quella poi divenuta di pubblico dominio: oltre a Ferrara, tra le città  a rischio di forti scosse pare fosse citata anche Reggio Emilia. Il cui sindaco, Graziano Delrio, che è anche presidente dell’Anci, ora tenta di tenere calmi gli animi: «Abbiamo capito che non si può abbassare la guardia. Prendiamo atto che purtroppo siamo in una zona sismica e dobbiamo imparare a convivere con questa realtà : la prima cosa da fare, quindi, è costruire bene case e fabbriche». In Regione, dove ieri si è svolto un vertice tra Errani e gli amministratori delle quattro province coinvolte dal sisma (Modena, Ferrara, Bologna, Reggio Emilia), l’incredulità  regna sovrana. Emanuele Burgin, assessore alla Protezione civile a Bologna, cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno: «Niente panico, ma bisogna accelerare la messa in sicurezza di tutto quello che si può». L’ipotesi prevalente è che all’origine della singolare sortita della Commissione vi sia il timore, come già  avvenuto nella tragedia dell’Aquila, di ritrovarsi coinvolti in un’inchiesta con l’accusa di aver sottovalutato il tasso di sismicità  di questo pezzo d’Emilia-Romagna. Un modo, insomma, per mettere avanti le mani. Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto di geofisica, ha il tono cupo: «Sarebbe bene che la Grandi Rischi spiegasse com’è giunta a questo comunicato. Non mi risulta che si possano prevedere i terremoti, a meno che non si dicano certe cose tanto per stare sul sicuro…».


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