I Ligresti voltano le spalle a Unipol
MILANO — E’ stato forse il giorno più lungo di questi ultimi due anni, per quel che resta della Galassia Ligresti. Un po’ tutti i personaggi sono intervenuti più volte sulla scena, su cui ha fatto irruzione anche la nuova offerta Sator-Palladio. Le conclusioni sono ancora incerte: un punto fermo, anche se non necessariamente risolutivo, ci sarà solo lunedì, con i cda di Fonsai e della Milano (preceduti, domani, dal consiglio di Premafin). Che potrebbero mettere la parola fine, accettando o rigettando la proposta Unipol, seriamente messa in discussione a questo punto dalle dichiarazioni di Jonella e Paolo Ligresti, che hanno annunciato di non voler rinunciare alla manleva e alla possibilità di esercitare il recesso; elementi contenuti nella proposta di Unipol ma espressamente vietati dalla Consob, come condizione per dare l’esenzione dell’Opa sulla Premafin e su Fonsai (sub juidice invece quella sulla Milano).
Ma la prima mossa in ordine cronologico, ieri mattina, è stata dei fondi Sator e Palladio. Che hanno presentato una nuova offerta, concentrata su Fonsai, con un aumento di capitale non inferiore a 800 milioni di cui la metà riservato ai due fondi, disposti a pagare come premio di maggioranza il doppio del prezzo cui verranno offerte le altre azioni al mercato e ai vecchi azionisti. Secondo questo schema, a Premafin resterebbe tra il 14-16 e il 22-25% di Fonsai post aumento (dipende da quanto seguiranno l’aumento). Per le banche finanziatrici (molto spazientite) della holding, a giudizio dei due fondi l’operazione «potrebbe consentire a Premafin di avere un valore del proprio attivo in linea con il suo indebitamento netto», insomma di avere una situazione gestibile, con un riscadenzamento
del debito; infine, la compagnia assicuratrice ricaverebbe dall’aumento di capitale un miglioramento del proprio Solvency margin di 36 punti (almeno). In una nota in serata i due fondi hanno sottolineato che la proposta «va incontro agli interessi della società e di tutti i suoi azionisti ».
Ma le società che fanno capo ai Ligresti hanno opinioni differenziate (e forse non del tutto chiare). Ad esempio il Comitato parti correlate di Premafin, riunitosi ieri, è orientato dopo una prima valutazione ad accettare la quota dello 0,85% nel capitale del polo assicurativo post fusione con Unipol; anzi alcuni si sono detti «sorpresi e interdetti» per la presa di posizione dei Ligresti. Allo stesso modo, il numero uno di Fonsai, Emanuele Erbetta, ha ostentato grande serenità : «Sia con Fonsai che con Milano stiamo andando avanti nella valutazione della proposta Unipol in base alla tabella di marcia che prevede le riunioni dei Comitati
degli indipendenti e i cda lunedì ». Tanto che la stessa Unipol, rivolgendosi direttamente alle società coinvolte nell’operazione, ha confermato la disponibilità «a procedere alla fusione, rinviando a una successiva valutazione» e «al confronto con le autorità di vigilanza » le modalità su come dare attuazione alle richieste della Consob su manleva e recesso. Tradotto, se ci si mette d’accordo, poi si troverà il modo legale di non concedere ai Ligresti manleva e recesso, così come ha chiesto la Commissione. Però, sempre restando in ambito Fonsai, la riunione in mattina dei consiglieri indipendenti non sembra sia stata altrettanto convinta di aderire all’ipotesi Unipol, nonostante lo stesso Carlo Cimbri, numero uno di Bologna, sia intervenuto per spiegare i vantaggi dell’operazione.
Dal canto loro le banche creditrici di Premafin continuano a fare pressing sul gruppo, sottolineando la loro intenzione di voler procedere ad escutere il pegno sulla quota della holding in Fonsai, impedendole di approvare il bilancio nell’assemblea di martedì e mandando in default la società . Una posizione ribadita nella missiva inviata due giorni fa alla
holding.
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