Grecia, il piano anti-panico del G20

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BRUXELLES â€” I capi di governo di Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna si sono consultati ieri in teleconferenza con il “quartetto” composto dai presidenti di Commissione, Consiglio, Banca centrale ed Eurogruppo in vista del vertice del G20 che si terrà  lunedì in Messico, all’indomani del voto cruciale in Grecia. Intanto dall’America arrivano nuovi ultimatum rivolti ai leader europei ad «agire insieme con impegni precisi perché nessuno può risolvere i problemi da solo». Lo ha detto il sottosegretario al Tesoro americano Lael Brainard, specificando che «gli Stati Uniti sono pronti ad ogni emergenza che potrebbe arrivare dall’Europa dopo il voto della Grecia».
In realtà  prendono sempre più corpo le voci su un piano di intervento congiunto di tutte le principali banche centrali del pianeta per far fronte ad un eventuale attacco di panico che dovesse seguire la vittoria della sinistra radicale in Grecia, prodromo ad una uscita del Paese dall’euro. L’obiettivo è quello di evitare una reazione a catena che da Atene si trasmetta alla Spagna, all’Italia e magari ad altre economie extraeuropee con una fuga generalizzata degli investimenti. Draghi ha detto ieri che «la Bce continuerà  a
immettere liquidità » per le banche. L’ipotesi di un intervento congiunto, e i sondaggi che danno come possibile una vittoria in Grecia dei partiti che vogliono restare nella moneta unica, hanno rianimato i mercati. Milano ha chiuso con un più 2,34 per cento; positive anche le altre piazze europee. Anche gli spread si sono un poco calmierati: quelli dei bonos spagnoli sono scesi a 543 punti base, mentre quelli italiani sono sotto i 450.
La teleconferenza di ieri, che ha messo insieme Monti, Merkel, Hollande, Cameron e Rajoy si è chiusa con un «pieno accordo alla priorità  da conferire alla crescita e all’occupazione, alle regole per il settore finanziario e al finanziamento dello sviluppo». Ma, al di là  delle parole di circostanza, è servito ai capi di governo per fare il punto anche sulle misure che dovranno essere adottate all’ormai imminente vertice europeo di fine giugno. Su queste, per ora, la Merkel continua a fare resistenza. Ieri parlando in Germania, la Cancelliera ha ancora una volta detto no all’ipotesi degli euro-bond. «Il pericolo insito nelle proposte di una rapida mutualizzazione del debito è di nascondere le differenze di livello economico livellando i tassi di interesse. Chi non vuol vedere questa realtà , fa la scelta della mediocrità , e la mediocrità  non può diventare il criterio della zona euro». La Merkel ha anche denunciato «la mancanza di fiducia » tra i leader europei e ha rivelato che, al momento di approvare il “fiscal compact”, lei sarebbe «andata anche oltre, sono stati gli altri partner che non lo hanno voluto
».
Insomma, il prossimo vertice si preannuncia burrascoso. Ma il presidente della Bce, Mario Draghi, insiste sulla necessità  di dare alla zona euro «nuove fondamenta rafforzate in materia finanziaria, di bilancio, e delle politiche
strutturali», e preannuncia che «molto presto» il “quartetto” presenterà  le sue proposte. Stesso tono anche dal commissario europeo agli affari economici, Olli Rehn, secondo cui è urgente «tracciare una mappa della direzione
e dei passi da intraprendere verso una piena unione economica per completare la nostra unione monetaria, anche attraverso un’unione finanziaria».
Ieri intanto il Fondo monetario internazionale, che non partecipa
al prestito per il salvataggio delle banche spagnole, ha reso noto il suo rapporto sulla situazione economica del Paese. Secondo Il Fmi Madrid quest’anno non riuscirà  a raggiungere l’obiettivo di ridurre il deficit al 5,3% a causa delle recessione
economica. L’Italia, invece, secondo il Fondo non è più “sorvegliata speciale”, ma rischia di essere «la prossima vittima del contagio». Anche questo sarà  uno
dei temi in agenda al G20.


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