Grande Unipol, ok da Isvap e Antitrust ma si sleghi da Mediobanca e Unicredit

by Editore | 21 Giugno 2012 6:23

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MILANO â€” Antitrust e Isvap autorizzano la nascita della Grande Unipol. L’Isvap ha dato il via (in tarda serata) all’operazione, fissando tre condizioni: che non vengano nominati nel cda della nuova realtà  i Ligresti o persone comunque riconducibili all’attuale socio di riferimento; che il margine di solvibilità  resti al 120% anche con i nuovi criteri; e infine che entro un massimo di 18 mesi l’amministrazione di Unipol finanziaria e della Grande Unipol siano due persone distinte. L’Antitrust invece ha detto a sua volta sì ma vincolando l’operazione ad una serie misure stringenti, descritte con grande puntigliosità : va bene il matrimonio, ma a condizione che vengano rescissi i legami (azionari e debitori) tra la nuova realtà  e Unicredit (grande creditore e socio Fonsai), Generali (di cui Fonsai ha l’1%) e Mediobanca, snodo centrale di tutto il sistema e a sua volta finanziatrice per circa 1,5 miliardi del nuovo gruppo; non solo, la Grande Unipol dovrà  fare una cura dimagrante, scendendo sotto il 30% di quota di mercato, su base nazionale e provinciale.
La delibera (78 pagine, coordinate da Giovanni Calabrò e realizzate da Giuseppe Galasso, Rosella Creatini, Gabriella Romano
e Andrea Minuto Rizzo) parte dagli impegni che deve assumere Unipol: entro la data di sottoscrizione dell’aumento di capitale Premafin riservato (e non oltre il 31-12-2012) dovrà  sciogliere il patto parasociale che Unicredit ha con Premafin e far sì che si dimettano dal cda i consiglieri nominati da Piazza Cordusio in Fonsai (Unicredit è anche il primo socio di Mediobanca). Per quanto riguarda l’1% di Generali, la quota va venduta in un arco di tempo ragionevole e nel frattempo Unipol e Fonsai non dovranno votare nelle assemblee di Trieste, così come andrà  dismessa la quota del 4,06% che la nuova realtà  ha in Mediobanca. E siccome il passaggio è delicato, l’Antitrust elenca sei punti che devono essere rispettati, a partire dal fatto che deve essere dato mandato ad una banca d’affari gradita all’autorità  e deve essere individuato un fiduciario (escrow agent) che custodisca il pacchetto nel tempo necessario alla vendita (e nel frattempo non partecipi e non voti nella assemblee di Piazzetta Cuccia). E ancora: la Grande Unipol dovrà  «ridurre l’attuale debito di Unipol, Fonsai e Milano verso Mediobanca, azzerandolo in prospettiva», (e nel frattempo sono bandite per Piazzetta Cuccia lo scambio di informazioni non essenziali) attraverso modi e tempi fissati. Infine il sostanzioso dimagrimento dimensionale: è indicata la quota di
mercato e non l’entità  dei premi da dismettere, ma la cifra dovrebbe essere di 1,5 miliardi o poco più. L’Antitrust specifica che «prima delle stipula dei contratti di cessione, l’advisor sottoporrà  un ultimo dettagliato rapporto
all’Autorità ». Infine Mediobanca dovrà  a sua volta cedere tutte le eventuali azioni che dovesse acquisire nel gruppo e nel frattempo non votare, non chiedere informazioni di natura strategico- commerciale alle società 
coinvolte, non partecipare alla governance del gruppo post fusione e non acquistare partecipazioni in Finsoe e Ugf fino a quando «permarrà  il controllo di fatto di Mediobanca su Generali».

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