Francia. Il governo socialista e la macchina securitaria sarkozista
Una procedura e un metodo repressivo che si collocano sul bordo di una guerra civile “possibile”, qua la chiamano “guerra civile larvale”, che corre il rischio di innervarsi nell’immaginario collettivo di una parte consistente del popolo francese intrecciandosi con sciovinismo e xenofobia (da cui il successo del Fronte Nazionale). Politica securitaria sarkozista che tra l’altro ha avuto l’effetto (perverso? O previsto e voluto?) di consegnare molte cité, i ghetti urbani di periferia, nelle mani di veri e propri gangster e trafficanti, di droga, di esseri umani, di armi che controllano il territorio, arruolano giovani e opprimono gli abitanti, cité che in maggioranza hanno votato, specie i giovani, per Hollande. Nel contempo il governo deve comunque lavorare sulla sicurezza perché si tratta di un diritto dei cittadini che non va preso sottogamba. Allora intanto le persone del nuovo governo socialista. Ministro degli Interni è Manuel Valls, esponente dell’ala socialdemocratica del PS (schematicamente l’ala destra), ma soprattutto nato a Barcellona, col nonno repubblicano e cattolico, quindi emigrato in Francia con la famiglia ancora ragazzo e naturalizzato francese a vent’anni, insomma uno di quelli che i giornali di destra qualificano spesso e volentieri “francese di origine straniera”, come un marchio di differenza e sottile esclusione quando non disprezzo, anche se con Valls non osano usare questa dizione.
Ancor peggio va per la destra con l’altro Ministero chiave per una politica della sicurezza, cioè il Ministero della Giustizia. Guardasigilli è Christiane Taubira, la cui designazione ha sorpreso molti. Infatti è nata alla Cayenna, è stata eletta deputato della I circoscrizione della Guyana, ha fondato un partito indipendentista prima di militare nelle file del Partito Radicale di sinistra (ce ne è anche uno di destra), e per sopra mercato è nera. Le sue prime dicé i minori, anche se recidivi, tornino a esser giudicati da un tribunale dei minori. E la destra si è scatenata. Insinuazioni, dubbi pesanti sulla sua lealtà repubblicana, attacchi quotidiani. Tale Eric Zemmour, editoralista di spicco di RTL, uomo di destra notorio sul filo del razzismo, ha dichiarato ”In qualche giorno Taubira ha scelto le sue vittime e i suoi boia, le donne, i giovani delle banlieue sono nel campo dei buoni da proteggere, gli uomini bianchi nel campo dei cattivi”. Per non dire delle giaculatorie di Marine Le Pen, dove la sua anima fascista profonda è venuta a galla senza veli e pudori. Non poteva mancare, è ovvio, il segretario generale dell’ UMP, che vi risparmio. Christiane Taubira, donna con un certo carattere, per parte sua ha detto: peccato che non io possa rispondere altrimenti li avrei polverizzati (in Francia i Ministri si attengono in genere strettamente al dovere di riserva). Come se non bastasse Taubira ha anche scritto un bel libro, Més Méteores, dove racconta la sua biografia politica e intellettuale, di militante anticoloniale e di donna nera. Infine, la goccia che ha fatto traboccare il vaso dei razzisti di ogni tipo, pure famosi intellettuali (si fa per dire), il discorso per la memoria della schiavitù come crimine contro l’umanità tenuto il 10 maggio nei giardini del Lussemburgo alla presenza di Hollande, dove ha proposto che la storia della schiavitù entri nei programmi scolastici francesi. Apriti cielo, che non si scopra quel che tutti sanno, ovvero che la Repubblica francese ha per lungo tempo permesso e protetto, quando non praticato in proprio, la tratta degli schiavi.
Dopo i ministri, ecco i nuovi vertici della Polizia, dei servizi, e il nuovo Prefetto di Polizia di Parigi (noi diremmo il questore ma è qualcosa di più), posto sensibilissimo tanto che la Prefettura della capitale è spesso definita “uno stato nello stato”. Cominciamo da quest’ultimo, Bernard Boucault già direttore dell’ENA, la grande scuola nazionale di alta amministrazione da cui escono tutti i quadri e gli alti funzionari dello Stato. Durante il suo rettorato ha lanciato la prima classe preparatoria riservata/dedicata ai giovani di estrazione proletaria e/o dell’immigrazione, i beurs, che vengono dai quartieri più poveri e ghettizzati, le cité famose, creando scandalo anche tra molti “sinistri”che invocavano l’eguaglianza, ma come si riservano posti di eccellenza a chi non parla neppure un francese nello stile di Proust e magari neppure canta l’Internazionale come si deve, ma si muove a tempo di rap! Ovvero un uomo che d’uguaglianza s’intende sul serio, nonché colui che ha inventato e messo in opera l’idea della polizia di prossimità , il poliziotto di quartiere, che Sarkozy abolì. Poi il capo della Polizia Nazionale con alle spalle una carriera di maestro elementare, quindi professore di geografia al liceo prima di entrare anche lui all’ENA, diventando in seguito Prefetto della Seine St Denis, roccaforte storica della sinistra e del PCF. Infine il capo dei servizi interni, la DCRI, che viene invece da una carriera tutta interna, e di cui come da tradizione, si sa, almeno a livello pubblico, piuttosto poco. Una nota a margine a proposito di poliziotti, il capo della guardia di sicurezza del Presidente è una signora, anche questa una première. Dopo le persone ecco un primo provvedimento che il governo ha annunciato: la polizia non potrà più fare i controlli d’identità , senza rilasciare al controllato una ricevuta con ora, luogo, motivazione del controllo, nonché il numero di matricola dell’agente che lo svolge, o dell’ufficiale di grado più alto. Apriti cielo, i molto democratici sindacati di polizia si sono scatenati, e la destra al seguito, ma il Primo Ministro che ha fatto l’annuncio, a significare che è una posizione politica dell’intero governo, non ha fatto fin qui una piega.
In Francia esiste ormai, dopo dieci anni di dominio della destra, un “delit de facies”, un delitto d’aspetto, per il colore della pelle ad esempio, ma anche per come vai vestito, o per come sei giovane. Infatti stando ai dati di un gruppo di ricercatori del CNRS, le persone di apparenza araba subiscono controlli di identità sei volte in più dei cittadini bianchi, mentre per i neri il numero sale a circa otto volte. L’istituzione della ricevuta è una prima misura volta a invertire questo approccio poliziesco, nonché a limitare gli abusi dei poliziotti, onnipotenti ai tempi di Sarkozy. Negli ultimi tempi anche i giudici hanno cominciato a perseguire alcuni agenti per gravi reati commessi nell’esercizio (preteso) delle loro funzioni , un paio di volte mettendoli in galera senza tanti complimenti, nonostante manifestazioni anche rumorose dei loro colleghi. Infine la posta in gioco mi pare alla fine il diritto di voto nelle elezioni amministrative per gli stranieri, che potrà essere accolto con favore dall’opinione pubblica soltanto se il cortocircuito tra sicurezza, paranoia securitaria e paura dello straniero fino alla xenofobia, cavallo di battaglia di tutta la destra europea, verrà spezzato. Con metodi democratici e rigorosi insieme.
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