by Editore | 28 Giugno 2012 8:01
TORINO — Il secondo atto della stessa rappresentazione – l’aumento di capitale Fonsai nuovamente approvato dall’assemblea – va in scena mentre non si sono ancora sopiti gli echi della clamorosa mossa decisa nella notte precedente dal custode giudiziario del 20% di Premafin intestato fiduciariamente nei paradisi fiscali.
Ieri, l’attenzione era divisa tra le vicende della holding e l’assise che si svolgeva nella sede Fonsai. Dove, pure, non sono mancati gli annunci. A partire dall’intervento di Sator e Palladio, che hanno anticipato «nei prossimi giorni» una nuova offerta e il ricorso al Tar contro la delibera Isvap di autorizzazione dell’operazione Unipol- Sai. I fondi hanno anche ventilato un’azione di responsabilità verso gli amministratori, colpevoli di aver avuto un atteggiamento di chiusura immotivato verso le loro precedenti offerte (sebbene l’ad in assemblea abbia sostenuto che i fondi non hanno dato seguito sostanziale alla disponibilità fornita dal cda Fonsai).
Ma se la votazione (resasi opportuna visto il patto parasociale non dichiarato, a giudizio della Consob, tra Premafin e Unipol) sull’aumento di capitale è filata via senza scosse, ben altra è stata la tensione legata agli avvenimenti della holding Premafin. Per la prima volta, erano assenti tutti i membri della famiglia Ligresti ed era decimata anche la rappresentanza dei consiglieri storici. Ma il sommovimento più profondo riguarda la prossima convocazione (che appare inevitabile, visto che la richiesta parte dal custode giudiziale) della nuova assemblea per l’approvazione dell’aumento di capitale, da parte di Premafin. Quell’aumento approvato il 12 giugno, riservato a Unipol e ora messo in discussione dal custode, che vuole verificare se questa sia la soluzione migliore per il gruppo. E’ probabile che la nuova assemblea venga convocata dal cda di Premafin che si terrà domani; se così fosse, il primo momento utile sarebbe all’inizio di agosto, trenta giorni dopo. La conseguenza diretta è che anche i tempi dell’aumento di capitale Fonsai si allungano, quantomeno ai primi di settembre. Il che significa a sua volta che i prospetti, già consegnati in Consob, come minimo devono essere aggiornati con i dati semestrali. I tempi slittano, insomma, e la stessa Commissione di vigilanza ha reso noto che fino a quando il quadro non sarà chiarito non provvederà a sua volta ad esprimersi, su prospetti e possibile esenzione dell’Opa sulla Milano. Vero è che per Fonsai l’obiettivo resta la ricapitalizzazione e il cda continua a lavorare per muoversi in «modo tempestivo», ha confermato ieri il numero uno Emanuele Erbetta; ma ha anche aggiunto che se i tempi di Premafin si allungassero eccessivamente «la società si attiverà senza indugio al fine di verificare soluzioni alternative che consentano di perseguire l’obiettivo di ripatrimonializzazione chiesta dall’Isvap », senza tuttavia spiegare in quale direzione intende muoversi. Nel frattempo si stanno interrogando anche le banche creditrici: ieri il numero uno di Mediobanca Alberto Nagel ha relazionato sullo stato dell’arte il cda di Piazzetta Cuccia e poi ha avuto un incontro con il numero uno di Banca Leonardo, Gerardo Braggiotti, advisor di Premafin, per discutere la situazione.
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