Ecco le “guerre segrete” di Nixon Watergate, la verità  40 anni dopo

by Editore | 9 Giugno 2012 15:02

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Imbarcandosi in cinque guerre — da quella contro il movimento anti Vietnam a quella contro l’informazione — che portarono alla sua autodistruzione. Firmato: Carl Bernstein e Bob Woodward.
A quarant’anni dallo scandalo che sconvolse l’America e il mondo intero, portando alle dimissioni del presidente degli Stati Uniti, i due reporter del
Washington Post
che costruirono l’inchiesta giornalistica più famosa del mondo riprendono, per la prima volta, la penna insieme. E, insieme, denunciano la loro ultima verità . «Oggi, molto più di quando come giovani cronisti del
Washington Post
seguimmo questa storia» scrivono le due grandissime firme sul numero del quotidiano che verrà  pubblicato stamane «una serie di testimonianze forniscono una risposta senza equivoci — e la prova di che cosa il Watergate ha davvero significato. Sono testimonianze che si sono allargate continuamente in questi decenni, con la trascrizione di centinaia di ore di registrazioni segrete di Nixon. E tutta questa documentazione » proseguono «rende possibile identificare il controllo personale del presidente su una massicia campagna di spionaggio politico, sabotaggio e altre attività  illegali contro i suoi oppositori».
La ricostruzione di Bernstein e Woodward, che il grande pubblico conobbe nei panni di Dustin Hoffman e Robert Redford in “Tutti gli uomini del presidente”, arriva proprio mentre in America — denuncia sempre il
Washington Postin
un editoriale — «il giornalismo d’inchiesta è a rischio». E negli stessi giorni in cui il mondo della politica è sconvolto dal caso delle fuga di notizie di email dalla Casa Bianca, su cui ora il Dipartimento di Giustizia ha aperto un’indagine.
Ma è ovviamente su Nixon e sul Watergate che si riconcentra oggi l’occhio dei due cronisti, a 40 anni da quel 17 giugno 1972 in cui «un gruppo di criminali vestiti come uomini d’affari ma con i guanti da ladri» ricordano oggi «furono arrestati
alle 2.30 del mattino nel quartiere generale del partito democratico negli uffici del Watergate a Washington ». Il fatto è che «prima ancora dell’irruzione al Watergate»
accusano adesso i due vecchi reporter «spioni, ladri, intercettazioni e sabotaggio politico erano diventati lo stile di vita nella Casa Bianca di Nixon». Di più. Volete sapere
che cos’era il Watergate? «Furono i cinque anni al potere di Nixon». Perché fu proprio «nel corso dei cinque anni e mezzo della sua presidenza, a partire dal 1969, che
Nixon lanciò e controllò cinque successive e sovrapposte guerre — contro il movimento del Vietnam, contro l’informazione, contro i democratici, contro il sistema giuridico e, alla fine, contro la storia stessa».
L’atto d’accusa, quarant’anni dopo, è insomma ancora più inquietante. Perché tutto questo «rifletteva una mentalità  e un comportamento che furono unicamente e pervasivamente nixoniani: la mancanza di rispetto della legge per perseguire il vantaggio politico, e la ricerca di segreti e sporcizie sui suoi oppositori come principio organizzativo della stessa presidenza ». Da eccezionali cronisti, Bernstein e Woodward ricostruiscono dettagliatamente proprio quelle cinque guerre. In questo articolo che è a suo modo storico. Lo riconosce il loro stesso giornale, il
Washington Post,
che modestamente alla fine del pezzo scrive: «Carl Bernstein e Bob Woodward sono i coautori di due libri sul Watergate, “Tutti gli uomini del presidente”, pubblicato nel 1974, e “The Final Day”, pubblicato nel ‘76». E poi aggiunge: «Questo è il loro primo articolo firmato insieme in 36 anni».

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