“Due anni in più per rispettare gli impegni” Conference call tra i leader Ue sulla Grecia

by Editore | 18 Giugno 2012 7:23

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LOS CABOS — Via via che dalla Grecia rimbalzano a , in Messico, i risultati del voto, i Grandi del mondo si consultano sul da farsi per salvaguardare l’euro. Si fa strada l’ipotesi di “premiare” i greci dando loro più tempo per risanare il paese.
I leader di Eurolandia e lo stesso presidente Usa Obama si riuniscono in una “conference call aerea”, mai tentata prima e resa ancora più urgente dal gioco dei fusi- orari. Il cancelliere tedesco Angela Merkel lascia Berlino a mezzanotte proprio per attendere l’esito delle consultazioni elettorali e, dai cieli, si mette in contatto con gli altri. Il premier Mario Monti partecipa al summit collegandosi via satellite dal velivolo che lo sta portando in Messico. E così tutti gli altri. Obama continua il suo pressing sui colleghi Ue perché trovino uno sbocco risolutivo. Al termine, arriva un comunicato dell’Eurogruppo che suona così: il popolo greco ha compiuto «sforzi considerevoli» e gli verrà  dato «sostegno » nel processo di aggiustamento del bilancio e dunque anche più tempo. Occorre però la
«formazione veloce» di un nuovo governo. Poi tornerà  la troika a vigilare sul risanamento. Anche la Casa Bianca è sulla stessa linea: governo rapido. «È interesse di tutti che la Grecia resti nell’euro». Le prime reazioni del mercato sono positive: in Australia, l’unica piazza già  aperta, l’euro s’impenna sul dollaro.
Il piano anti-panico, se così si può definire, comunque è pronto. Se necessario, si tratterebbe di un intervento congiunto di tutte le principali banche centrali del pianeta decise a contrastare conseguenze disordinate dei mercati al voto greco. Ma al momento il piano resta nel cassetto anche se, a Repubblica, il presidente del
Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, confida: «La preoccupazione numero uno di questo G20 è la Grecia»; già  in nottata, sempre per via della differenza oraria, i leader sono pronti a «monitorare la reazione delle Borse asiatiche». Non è escluso un nuovo round di consultazioni da effettuarsi nelle prossime ore, quando l’Asia si
sveglia e l’Europa ancora dorme, non appena i capi di stato e di governo saranno giunti finalmente a Los Cabos, nell’estremo lembo meridionale della Baja California. E tuttavia, i primi risultati elettorali fanno ben sperare. Si profila la possibilità  di una grande coalizione tra i partiti pro-euro. La prospettiva alleggerisce anche i
timori di Monti. Informato in tempo reale dal suo staff, il presidente del Consiglio appare soddisfatto e si prepara a insistere sulla sua idea di una “dilazione” da concedere ai greci per rispettare gli impegni di austerity imposti dalla troika Ue-Fmi-Bce. Proprio questo ammorbidimento trapela dal comunicato dell’Eurogruppo, grazie anche ad una posizione più soft della Germania, come testimonia l’apertura del ministro degli esteri Westerwelle: «Posso immaginare che si rivedano i tempi». Rivela un ministro italiano: «Si sta pensando di concedere ad Atene altri due anni in più per rispettare appieno tutti gli obblighi assunti». Monti accoglie con sollievo anche i risultati del voto politico in Francia che assegnano una larga maggioranza ad Hollande e al partito socialista. Il premier è atteso a Los Cabos, lo spicchio di mare preferito dalle balene per riprodursi, all’alba di oggi. La sua agenda prevede già  una serie di bilateriali con il padrone di casa, il presidente messicano Calderon, con l’australiano Gillard, con i leader di Colombia, Brasile, Argentina e Russia, oltre naturalmente ai colleghi europei già  contattati nella conference call aerea.

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