Drone assassino, giustiziato il numero due di al Qaeda

by Editore | 6 Giugno 2012 8:07

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La scorsa notte il rifugio in Pakistan dell’uomo – vice di Ayman al-Zawahiri, ex braccio destro di Osama Bin Laden e nuovo leader dell’organizzazione terroristica – è stato bombardato da un drone della Cia. Le fonti dell’intelligence avevano assicurato che al-Libi fosse in casa al momento dell’attacco, ma per diverse ore non avevano potuto confermare che il bersaglio fosse stato raggiunto ed eliminato. Conferma giunta nel tardo pomeriggio di ieri.
E’ probabile che gli Usa abbiano atteso che fosse l’intelligence pachistana ad accertarsi che i resti dell’uomo fossero effettivamente tra le macerie. O che abbiano intercettato conversazioni tra militanti di al Qaeda, in cui si sia parlato dell’organizzazione di un funerale per Yahia al-Libi. In ogni caso, l’uso dei droni, aerei privi di pilota comandati a distanza, si conferma l’arma strategica privilegiata dell’amministrazione Obama nella lotta contro al Qaeda e nella caccia ai suoi leader. Questo, nonostante la tensione creatasi con Islamabad dopo la morte di 24 soldati pakistani a seguito dell’attacco di un drone. Ogni giorno, il presidente in persona stila una sua lista personale delle persone – nemici degli Stati uniti – da uccidere con attacchi mirati. Una politica che si è andata pesantemente incrementando con l’arrivo del democratico Obama alla Casa bianca – lo stesso presidente che, subito dopo essere stato eletto, aveva annunciato in pompa magna l’imminente chiusura del campo di prigionia di Guantanamo.
L’ultimo nemico giustiziato ieri da un aereo senza pilota è quello che comunemente viene definito un «big fish». Grande oratore, è molto abile con il computer: tra il 2000 e il 2001 al-Libi era di fatto il webmaster per i talebani. Catturato nel 2002 dai pachistani, è stato consegnato agli americani che lo hanno rinchiuso nella prigione di Bagram (Afghanistan). C’è rimasto per tre anni, poi è riuscito ad evadere trasformandosi in una «primula rossa». Una vicenda personale clamorosa che gli ha procurato l’ammirazione dei mujaheddin. Da allora è aumentata la frequenza dei suoi sermoni audio e video. Per l’esperto Jarret Brachman, i qaedisti lo presentano come «un pensatore moderno e un combattente». 
Protagonista di molti video che incitano a compiere attentati contro gli Stati uniti, Yahia al-Libi era di fatto il principale organizzatore del movimento qaedista in Pakistan. Su di lui pendeva una taglia da un milione di dollari.

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