by Editore | 12 Giugno 2012 7:27
ROMA — La tassa sulla casa finirà ai comuni. «Già dal 2013, abbiamo l’assicurazione del governo », ha annunciato ieri Graziano Delrio, presidente dell’Anci, associazione dei municipi italiani, al termine di un incontro con il premier Monti e l’esecutivo. Il tono è di esultanza per una riforma chiesta a lungo dai sindaci e che permetterà loro una maggiore autonomia nella pianificazione dei bilanci. E per gli italiani proprietari di una casa, circa 17,5 milioni, potrebbe tradursi in un risparmio: «I comuni faranno di tutto per mantenere le aliquote moderate e non alte come è successo oggi, con il gioco dei trasferimenti dallo Stato», ha detto Delrio.
Nel regime attuale il gettito della tassa sugli immobili è diviso tra il Tesoro e gli enti locali. A cui finisce tutto il ricavato dell’imposta sulla prima casa, 3,4 miliardi di euro la stima per il 2012 con l’aliquota al 4 per mille, ma solo la metà di quello sugli altri immobili, seconde case o industriali, tassati al 7,6 per mille. La fetta più grossa della torta, attesa
per quest’anno a 18,2 miliardi. Secondo i calcoli del governo i comuni incasseranno in ogni caso 3 miliardi più che dalla vecchia Ici. Ma per i sindaci, stretti tra il patto di stabilità e i minori trasferimenti dallo Stato, la cifra non bastava a far quadrare i conti: buona parte, il 40% nei capoluoghi di provincia, ha deliberato un aumento rispetto alle aliquote base.
L’intenzione dell’esecutivo di accontentarli era già trapelata nei giorni scorsi. Ieri è arrivata la conferma ufficiale, anche se le modalità del passaggio rimangono tutte da definire, come ha ammesso Delrio: «Ci ragioneremo dopo la prima rata (fissata al 18 giugno,
ndr)
». Possibile si arrivi ad un superamento del farraginoso sistema dei trasferimenti: il fondo di riequilibrio per comuni e province potrebbe essere finanziato per intero dal gettito Imu. In ogni caso, proiettando sul 2013 i numeri di quest’anno, per le amministrazioni ci saranno circa 9 miliardi extra. «Finalmente i comuni avranno un pilastro della propria autonomia finanziaria — ha commentato Delrio — ma l’elemento più importante è che ciò consentirà un abbassamento delle aliquote». Prospettiva confermata dal sindaco
di Roma Gianni Alemanno: «Con un sistema più flessibile sarà possibile ridurle».
L’annuncio ha raccolto un’approvazione bipartisan. «La battaglia dei sindaci per i loro territori dà i suoi frutti», ha detto Davide Zoggia, responsabile per gli Enti locali del Pd. Chiedendo però coerenza al governo nel tradurre l’impegno in legge e rilanciando sul tema del patto di stabilità . Un’altra rivendicazione dei sindaci, su cui l’Anci sembra avere incassato un’apertura: «C’è un impegno forte da parte del Governo a procedere ai pagamenti e allo sblocco di passivi per oltre un miliardo», ha detto Delrio. Soldi che i comuni potrebbero
usare per investimenti.
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