Cina, i contadini contro gli immigrati “Ci rubano il lavoro”

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HONG KONG Quando Wang Yang, il governatore della regione meridionale del Guangdong, aveva lanciato lo slogan «Happy Guangdong», certo non aveva in mente i violenti scontri che da due giorni stanno infuocando le strade di Shaxi, a Zhongshan, e quelle di Zuotan, a Foshan. Le due rivolte, fuori dal comune solo per le dimensioni che hanno assunto, non sono collegate fra loro, ma riguardano alcuni fra i problemi più sentiti nella società  cinese contemporanea.
A Shaxi, una piccola città  dove si trovano centinaia di fabbriche di moda casual, secondo le notizie trasmesse in particolare dai social network, la crisi sarebbe stata scatenata da una lite fra adolescenti: un ragazzino di 13 anni sarebbe stato vittima di bullismo da parte di tre quindicenni figli di migranti dalla regione del Sichuan. Alcuni adulti sono intervenuti, e avrebbero legato i tre quindicenni (a un palo o a un albero), insultandoli e picchiandoli. Altri adulti sarebbero accorsi ad aiutare i tre, e la bagarre sarebbe arrivata a coinvolgere circa cinquecento persone – il tutto.
Mercoledì mattina Weibo (il Twitter cinese) distribuiva immagini di guerriglia urbana, con macchine ribaltate, vetrine distrutte, barriere incendiate, polizia armata che caricava e persone cadute a terra. Ci sarebbero fino a cinque morti, almeno un centinaio di feriti e un altro centinaio di persone arrestate. La stampa ufficiale, laconica e contraddittoria, ha solo riportato mercoledì che il problema scoppiato nel Guangdong era «risolto», ma che l’esercito era pronto a intervenire.
Il problema non riguarda tanto i quattro adolescenti, quanto i ricorrenti problemi fra la numerosa popolazione migrante che arriva nel Guangdong per lavorare nelle fabbriche e i locali, spesso insofferenti nei confronti dei nuovi arrivati. A ciò va aggiunto il problema che i lavoratori migranti non godono degli stessi diritti dei locali, per esempio non hanno modo di mandare a scuola i figli o di accedere al sistema sanitario.
L’altra crisi, invece, riguarda una volta di più l’esproprio di terre: secondo il giornale cinese Caijing, «centinaia di poliziotti si sono scontrati con i contadini di Zuotan», con decine di ricoveri in ospedale. Le fotografie inviate ai social network mostrano auto della polizia rovesciate, alcune con la scritta «ladri» dipinta con la vernice spray. È una delle innumerevoli liti che scoppiano quando le autorità  locali requisiscono le terre su cui i contadini vivono per venderle a promotori immobiliari, senza pagare la ricompensa prevista dalla legge.


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