Cercando un’altra Terra

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Altri schermi, occhiali da sole compresi, sono insufficienti e si rischiano danni permanenti alla vista. Chi non ce la fa a svegliarsi all’alba, può seguire il fenomeno già  dal giorno prima. Particolare il punto di osservazione dell’Esa (l’Agenzia spaziale europea): l’isola artica di Spitsbergen, dove ora il Sole non tramonta mai e permette di seguire l’intero transito. Nell’isola è anche in corso una riunione del “Venus Express team”, gli scienziati che guidano la sonda ora su Venere. 
I transiti di Venere e Mercurio, i pianeti più vicini al Sole della Terra, sono sempre stati delle grandi occasioni per gli astronomi. Ma stavolta la tecnologia permetterà  un esperimento fondamentale per le ricerche in corso di pianeti simili al nostro fuori del Sistema Solare. Il telescopio spaziale Hubble si girerà  verso la Luna e fotograferà  sulla sua superficie l’alone grigio intorno a Venere proiettato sul nostro satellite. È l’atmosfera di Venere attraversata dai raggi solari. La sua composizione è stata svelata dalle sonde spaziali. Confrontandola con quella che dedurrà  Hubble dall’analisi dell’alone, si saprà  se indagini simili che si stanno facendo su pianeti extrasolari permettono di scoprire se hanno una atmosfera e se la sua composizione chimica è compatibile con la vita. 
Un transito avviene quando un pianeta passa esattamente tra il Sole e la Terra. Dal momento che il piano orbitale di Venere è lievemente inclinato rispetto al nostro, i transiti si verificano raramente, a coppie di otto anni di distanza, ma separati da più di un secolo. L’ultimo transito è stato nel giugno del 2004, il prossimo sarà  nel 2117.
I transiti di Venere hanno dato agli astronomi la possibilità  di misurare le dimensioni del Sistema Solare. Il calcolo si basa sul tempo impiegato da Venere ad attraversare il disco solare rilevato da posizioni diverse sulla Terra e poi applicando formule di semplice trigonometria. Durante il transito del 1761 fu notato per la prima volta l’alone intorno al bordo della silhouette del pianeta, rivelando la presenza di una atmosfera. Ma solo da pochi anni sappiamo, grazie alle sonde spaziali che l’hanno esplorata, che ha una atmosfera inospitale, fatta di anidride carbonica e azoto e con nuvole di acido solforico.
Oggi i transiti dei pianeti davanti ad una stella sono un prezioso strumento per lo sviluppo di metodi per individuare e analizzare pianeti orbitanti attorno a stelle diverse dal Sole, i pianeti che gli astronomi chiamano extrasolari. Quando un pianeta passa davanti ad una stella riduce la quantità  di luce che arriva alla Terra, svelando la sua esistenza e dando informazioni sulle sue caratteristiche. In questo modo il telescopio spaziale europeo CoRoT ha scoperto già  più di venti pianeti extrasolari. Se avrà  successo l’esperimento di Hubble si potrà  capire anche sa hanno un “guscio” di acqua, metano e altri precursori della vita. Altro modo di saperlo non c’è: sonde tipo Venus Express per raggiungere i pianeti extrasolari più vicini impiegherebbero alcune migliaia di anni.


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