Caccia agli indecisi Saranno 700 mila a scegliere il futuro
ATENE — Gli indecisi sono 700 mila ed è a loro che si rivolgono i giornali greci. «Il voto deve essere di speranza e non di rabbia», implora in un editoriale il quotidiano Ta Nea, vicino ai socialisti del Pasok. «I cittadini hanno nelle loro mani il destino del Paese», titola Eleftheros Typos, sostenitore del conservatore Antonis Samaras. Non ha dubbi Avghi, organo della sinistra radicale guidata da Alexis Tsipras: «La Grecia volta pagina».
I 700 mila indecisi contano ancora di più perché quasi nove milioni di elettori tornano alle urne per la seconda volta in quaranta giorni e i due partiti in testa nei sondaggi si distanziano per pochi punti percentuali. Per questoTa Nea parla di voto enigma. La Nuova democrazia di Samaras, 61 anni, avrebbe recuperato parte dei voti perduti il 6 maggio, quando il partito è crollato ma ha comunque vinto le elezioni. Crollato non quanto i socialisti che per quasi un quarantennio hanno dominato la politica greca in alternanza con i conservatori.
La sorpresa continua a essere Tsipras, il più giovane tra i capi di partito. A 37 anni ha portato il movimento radicale dal 4 per cento di due anni fa al 17. Nell’ultimo comizio ad Atene, piazza Omononia, parlava da primo ministro. E da primo ministro — ha ribadito — è pronto a stracciare il «memorandum», l’accordo firmato con la Troika formata da Unione Europea, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale. Le misure d’austerità in cambio di un piano di aiuti.
La Grecia è al quinto anno di recessione, la disoccupazione ha raggiunto il 22,6 per cento nel primo trimestre e tra i giovani ha superato il 50 per cento. Samaras promette di rinegoziare le condizioni dell’intesa con la Troika che ha imposto tagli agli stipendi e alle pensioni. Le casse dello Stato sono vuote, restano un paio di miliardi di euro — calcola il quotidiano Kathimerini — abbastanza per arrivare alla fine di luglio.
In caso di vittoria Tsipras si dà dieci giorni per una «dura trattativa» con i creditori: in gioco ci sono i 90 miliardi di euro che devono essere ancora versati ad Atene fino al 2015. Giocatore di poker, scommette sul fatto che l’Unione Europea non sia diposta ad abbandonare la Grecia e voglia evitare il contagio per gli altri Paesi che deriverebbe dall’uscita dall’euro.
La legge elettorale garantisce il premio di maggioranza al partito vincitore, cinquanta deputati che però rischiano di non bastare per raggiungere i 151 necessari. Da domani partono i negoziati per formare una coalizione. Evangelos Venizelos, leader del Pasok, è pronto a sostenere un esecutivo di «salvezza nazionale». Fotis Kouvelis, alla guida di Sinistra democratica, ha già dichiarato: «È impensabile tornare a votare una terza volta». Queste due formazioni dovrebbero essere le alleate di Samaras, se dovesse arrivare primo. Tsipras parla di intesa tra le sinistre, ma gli stalinisti del KKE gli hanno già risposto di no.
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