Bertone: contro Benedetto XVI attacchi mirati e a volte feroci
CITTà€ DEL VATICANO — Non è un caso che il cardinale Tarcisio Bertone sia apparso ieri sera al Tg1 per far sapere che questi «sono giorni di forza nella fede» e «di ferma serenità anche nelle decisioni». La Santa Sede mostra di voler serrare le fila, il segretario di Stato scandisce: «Il Papa non si lascia certo intimorire dagli attacchi, di qualsiasi genere, né dalle dure incrostazioni dei pregiudizi. È il momento della coesione di tutti coloro che vogliono servire veramente la Chiesa».
Così la risposta agli «attacchi mirati, a volte anche feroci, dilanianti e organizzati» comincia oggi con l’interrogatorio di Paolo Gabriele, il maggiordomo dell’Appartamento pontificio che aveva in casa casse di documenti dello studio del Papa. Non pare che ci si attendano rivelazioni: con Gabriele hanno già parlato, il quadro è definito. L’interrogatorio formale e il verbale permetteranno piuttosto di procedere contro coloro che hanno trafficato con le carte, oltre le Mura: là punta l’indagine.
Filtra la convinzione che ci sia «una sola fonte». Resta da capire se Gabriele fosse guidato da qualcuno, all’interno. Però, dopo settimane di controlli, Oltretevere si dice che i documenti avessero un unico denominatore comune: l’Appartamento. Gabriele è stato incastrato da carte che potevano trovarsi solo nello studio del Papa. Ma anche le altre, si fa sapere, vi erano passate, per poi essere archiviate altrove. A febbraio un «corvo», alla trasmissione Gli intoccabili di Gianluigi Nuzzi, disse: «Siamo una ventina». Un’alta personalità Oltretevere scuote la testa, «un depistaggio», e ripete: «La fonte è una». Anche nelle parole di Bertone è chiara la volontà di smentire guerre in Curia, «non sono stati e non sono giorni di divisione, ma di unità », tanto che il cardinale dice che «non basta pubblicare alcuni documenti parziali per conoscere la piena verità sui fatti» e le «chiarificazioni sono frutto di un lungo lavoro di dialogo e conversione del cuore» al di là delle «carte». La trasparenza «non è un atto di cinismo o di superficialità ».
Il tutto arriva dopo l’ultima pubblicazione di una minacciosa lettera anonima — alla viglia dell’interrogatorio di Gabriele — contro Bertone e monsignor Georg Gà¤nswein. Lettera che non appare coerente con i «corvi» che emergono dal libro Sua Santità di Nuzzi. La sua stessa artificiosità è così palese che si sospetta voluta, «per confondere le acque», da qualcuno di coloro che hanno ricevuto le carte. «Vatileaks» è un gioco di specchi. Ma resta la forza che Benedetto XVI ha mostrato domenica, nel pranzo con le famiglie: «Qualche volta si può pensare che la barca di Pietro sia realmente in mezzo a venti avversari difficili», ha detto, «tuttavia vediamo che il Signore è presente, vivo, e ha in mano il governo del mondo e il cuore degli uomini».
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