Apple dice addio a Google Maps è scontro tra i due giganti del web

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NEW YORK – La caccia al tesoro è già  cominciata: e adesso chi fermerà  più la guerra delle mappe? Apple contro Google. Google contro Apple. E in mezzo Microsoft, Wikipedia e tutti i grandi nomi del web. E in mezzo, soprattutto, noi. Con i nostri indirizzi, le nostre ricerche che sono diventate appunto un tesoro per i signori del web: mentre noi stessi non sapremmo più come fare se da un giorno all’altro ci sfilassero da sotto al mouse, o all’iPhone, quelle fedelissime compagne di viaggi e di lavoro. 
Beh, quel momento sta arrivando, anzi è già  arrivato: da ieri Google Maps s’è rifatta il look, aggiungendo una serie di funzioni sbandierate naturalmente come meravigliose ma che rischiano come sempre di spaesare il navigatore meno provveduto. Naturalmente alla lunga, che nella vita di Internet è alla brevissima, ci si abitua. E ci abitueremo prestissimo a queste mappe che ci regalano, in più, il 3D: anche se per adesso limitato a poche città  nel mondo. Sì, nel restyling c’è anche dell’altro. La possibilità , per esempio, di uno straordinario fototour. Ma è una funzione che quei furboni di Google sbandierano invitandoci a girare in tondo al mitico Arco di Costantino: e che perde naturalmente fascino se il fototour è sotto al portone di casa, tra la monnezza e le auto in seconda fila.
Eppure non c’è scelta: bisogna innovarsi e migliorare. Bisogna soprattutto affilare le armi per la battaglia che si prepara: contro l’acerrimo nemico Apple. Sono anni che la Mela utilizza nei suoi apparecchi le mappe di Google: regalando all’avversario incredibili fette di mercato pubblicitario. Solo che adesso a Cupertino hanno fatto due conti. La pubblicità  che corre sulle mappe – il ristorante all’angolo, la stazione di servizio, l’ospedale più vicino – nel 2010 valeva appena il 10 per cento dell’advertsing dei cellulari: oggi vale il 25 per cento. È già  un quarto. E in ascesa continua. Le mappe del resto vengono usate dal 90 per cento dei possessori di iPhone: e allora perché non costruire una mappatura solo per il melafonino? Con tanto di servizi e applicazioni che potrebbero essere costruite (e vendute) ad hoc. 
La sfida è ineluttabile. Si vendono sempre meno computer e sempre più telefonini. E malgrado il boom che l’ha portata a essere l’azienda più profittevole del pianeta, sorpassando perfino il gigante del petrolio Exxon, Apple sa bene che nell’ultimo trimestre la vendita dei telefonini Android, sfornati cioè con il sistema operativo dei rivali, ha surclassato quella degli iPhone. Di più. Sui telefonini di casa Google, Maps adesso gira come vero e proprio Gps: funzionando cioè in auto come un vero navigatore, guidandoci curva dopo curva – mentre sull’iPhone la mappa ci elenca solo la strada e ci lascia al nostro destino.
Come finirà ? Aspettando l’Apple Maps, che la Mela dovrebbe annunciare a breve, da Wikipedia a Bing, cioè il motore di ricerca di Microsoft, gli altri big stanno intanto già  dando il benservito a Google: affidandosi per esempio a Open Street Maps, un servizio non profit che a differenza di quello di Mountain View non fa pagare le licenze – e soprattutto permette di piazzare la pubblicità  che vuoi. E però: la differenza si vede. In pochi anni di vita – il debutto è del 2005 – Google Maps è diventato un gioiellino vero. Le magie di Street View, che ci fa vedere virtualmente tutte le strade del mondo, le conosciamo tutti. E dopo avere piazzato una webcam su automobili, treni, bici, perfino spazzaneve, adesso Google si appresta a mappare perfino la natura: avventurandosi dal Grand Canyon all’Amazzonia nei luoghi più remoti del pianeta. Per tacere poi dell’ultima meraviglia, Indoor Maps: la mappa del mondo “al chiuso” che ci indica perfino il bagno negli aeroporti – e tra un po’ finirà  per svelarci anche i meandri dei nostri uffici. 
Mai più senza mappe? Sembra inevitabile. Senza dimenticare però che la miglior bussola resta il buon senso: altrimenti sarà  la macchina a prendersi gioco di noi. Provate a cercare la strada tra il centro di Los Angeles e Tokyo. Google Maps sarà  servizievole come sempre. «Incamminatevi a nordovest sulla West 1 verso Spring Street, girate a destra al secondo incrocio verso North Broadway…». Le indicazioni proseguono per un’ottantina di miglia. Finché, alla 14esima svolta, non verrete invitati a «girare a destra sulla North Northlake Way». E adesso? «Attraversare l’Oceano Pacifico in canoa». Per carità : potrebbe anche essere un’idea. Ma altro che caccia al tesoro: siete poi sicuri che in mezzo al mare il cellulare prenda?


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