by Editore | 16 Giugno 2012 3:55
Legare gli spread con una banda di oscillazione sulla scorta del serpente monetario degli anni Settanta, coinvolgendo anche la Banca centrale europea. L’operazione è tanto urgente quanto delicata. A giorni la zona euro potrebbe vivere lo shock peggiore della sua storia a causa delle probabili incertezze postelettorali in Grecia. Gli spread italiani sono già esplosi dopo il salvataggio delle banche spagnole che non ha convinto i mercati a causa di una serie di meccanismi imposti dai Paesi del Nord Europa per essere più garantiti sul prestito. E se domenica in Grecia si materializzerà una maggioranza anti-euro i mercati potrebbero essere investiti da una nuova tempesta della durata, dell’intensità e dagli esiti imprevedibili. Sbalzi pericolosi per la tenuta dei paesi periferici — come l’Italia — e quindi per tutto il sistema. Ecco perché bisogna tenersi pronti.
L’idea giovedì sembra averla proposta la delegazione italiana e apparentemente ha entusiasmato i francesi. Così è stato deciso di «approfondirla riservatamente e molto in fretta», spiegano tanto a Roma quanto a Parigi, dove non ne parlano volentieri per non “bruciarla”. Il punto è che non si vuole irritare i tedeschi prima ancora di presentargli una misura ben poco convenzionale, almeno dal loro punto di vista. Si va avanti a fari spenti
nella speranza di presentare il progetto ai tedeschi prima del summit europeo del 28 e 29 giugno. E in quella sede poi approvarlo, in modo da dare all’Europa un nuovo Firewall in grado di non vanificare sacrifici, negoziati su crescita e riforme dell’Unione (vedi gli Eurobond). Bisogna però volare bassi, preparare una bozza e poi coinvolgere la Germania nella sua stesura definitiva, sperando così di non irritare la Merkel. D’altra parte il mantra degli ultimi giorni di Palazzo Chigi e dell’Eliseo è quello di non far sentire la Cancelliera accerchiata per non urtarne i nervi, già piuttosto tesi. E l’arma anti-contagio in via di gestazione: introdurre un meccanismo di bande di sicurezza per lo spread per cui quando il tasso di interesse supera un certo tetto, diverso per ogni Paese, interviene la Bce che compra i suoi titoli pubblici sul mercato secondario e fa “scendere la febbre”. Condizione per l’intervento dell’Eurotower, comma che dovrebbe rassicurare i rigoristi, è che una nazione possa essere soccorsa solo se è “virtuosa”, ovvero solo se ha fatto le riforme e non sia sottoposto a una procedura per deficit eccessivo. D’altra parte gli interventi sul secondario Francoforte li ha già fatti per diversi mesi dopo la crisi della scorsa estate, ma la sua azione è stata martellata dalle critiche tedesche, finlandesi e olandesi. Un meccanismo automatico avrebbe il vantaggio di riparare l’Eurotower dalle pressioni e dare certezze agli investitori.
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