2 giugno, frecciate tricolori

by Editore | 3 Giugno 2012 12:55

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La parata militare sui Fori imperiali comunque si svolge, e passa sopra la richiesta dei tanti che ne consigliavano la cancellazione. A rito concluso, i ministri sono tutti lì a ripetere la parola magica, la «sobrietà » che ha prevalso. Ma poi la giornata prende un’altra piega, e finisce in un botta e risposta a più riprese tra il Quirinale e il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. La polemica, però, comincia prima, sul «chi c’è-chi manca». Non c’è Gianni Alemanno, e il Pd romano dice allora che non può essere lui il sindaco della capitale. Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano liquida la questione così: «Non so di quali assenze significative si parli». Segno che quella sedia vuota lo ha molto indispettito. C’è un certo nervosismo, in effetti. Assenti anche i rappresentanti dell’Italia dei valori e della Lega. «C’è da mettersi le mani nei capelli, c’è chi pensa di guadagnare popolarità , di rifarsi una verginità  non venendo qui. E’ una cosa ridicola», attacca Casini. Ci sono invece il Pd e il Pdl, ma non i loro segretari (Bersani è in Emilia, a incontrare gli amministratori dei comuni terremotati). Ci sono i pacifisti (non quelli occasionali) che espongono pacificamente cartelli di protesta al Colosseo, ma vengono fermati e identificati. Si scalda invece chi cerca disperatamente voti come il leghista Roberto Maroni, la parata serve solo a «buttare soldi nel cesso», dice. Ma è in particolare con Di Pietro che Napolitano se la prende parecchio. La sfilata militare è «una mancanza di rispetto, non solo nei confronti di quelle popolazioni colpite dal sisma ma anche dei principi della Repubblica», una «sagra dello spreco». «Non sa di che parla», risponde Napolitano a chi gli chiede un commento. Poi il capo dello stato aggiunge: «Alcuni hanno utilizzato un po’ strumentalmente l’emergenza del terremoto». L’ex pm insiste: «Se la prende con me perché pensa di poter colpire quel che ritiene essere l’anello debole della catena, ma sono milioni i cittadini che hanno trovato di cattivo gusto la parata e soprattutto il ricevimento, tenutosi ieri sera ai giardini del Quirinale, a base di pasticcini, torte e champagne». E quello champagne a Napolitano non va giù.

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