Vigilanza aumentata in tutte le città  «Rischi di escalation»

by Editore | 13 Maggio 2012 13:23

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ROMA — Il rischio di «un’escalation» di violenza è concreto. Anche se «il Paese tiene». Ha risposto così ieri il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, a chi le chiedeva se siamo tornati agli anni di piombo. Una affermazione che ha «preoccupato molto» il Guardasigilli, Paola Severino: «So quanto sia seria il ministro Cancellieri e quanto avrà  pensato prima di rendere questa dichiarazione e quindi sono preoccupata perché considero questo suo timore estremamente serio», ha detto ieri a Skytg24, invitando però alla «cautela». Come il ministro per l’Integrazione, Andrea Riccardi, che mette in guardia dall’«allarmismo». 
All’indomani di una giornata rovente, scandita dalle proteste, dagli scontri e dagli attentati contro Equitalia, e segnata dalla rivendicazione degli anarchici del Fai per la gambizzazione dell’ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, il ministro dell’Interno esterna i suoi timori. Giunta al Salone del Libro di Torino, la responsabile del Viminale spiega che la «situazione richiede molto rigore. Molta attenzione». Intanto, assicura il ministro, «sono state potenziate le misure di sicurezza», «e lo faremo ancora di più». 
A tutti i prefetti e i questori è stata diramata una circolare che chiede di innalzare il livello di attenzione soprattutto riguardo agli obiettivi sensibili. Facendo scattare, immediata, la reazione dei sindacati delle forze di polizia e dei vigili del fuoco, che denunciano «un rimboccarsi le maniche tardivo». «Sale l’allarme terrorismo e calano le risorse per le forze di polizia» sintetizza il Siulp. 
L’ex viceministro dell’Interno, Alfredo Mantovano, lancia una proposta concreta: una «cabina di regia» politica, sul modello di quanto avvenuto dopo l’arresto dei marò italiani in India, per passare dalle declamazioni ai fatti. «Proprio perché ci si trova di fronte a una escalation la cui dinamica è stata descritta per tempo dal capo della polizia — sottolinea il pdl Mantovano —, il livello di vigilanza e di compattezza politica non può restare sul piano delle dichiarazioni di principio». 
Intanto si indaga sul valore e sul significato di quel volantino giunto al Corriere della sera. Il ministro Cancellieri assicura: «la rivendicazione del Fai è attendibile. Almeno abbiamo individuato la matrice», ma, aggiunge, «adesso bisogna lavorare». E se esclude collegamenti dell’agguato ad Adinolfi con il movimento No Tav, fa notare che «sono tutti settori sensibili e in quanto tali i collegamenti possono esserci o crearsi facilmente». Anche se, sottolinea, «un’area di consenso riteniamo che se c’è, sia molto circoscritta, e non credo che nelle corde popolari ci sia consenso per queste cose».
Sulla rivendicazione però il ministro Severino invita alla cautela. Evidenzia che «una rivendicazione non è affatto sufficiente per identificare l’origine del fenomeno». «Occorre lasciar tempo agli investigatori perché — ricorda — con l’esperienza del passato sappiamo che una sigla non sempre identifica» chi ha agito. E occorre avere «molta cautela prima di indicare la matrice anarchica». Sul rischio poi, che l’attentato Adinolfi e le motivazioni contenute nella rivendicazione degli anarchici generino un’area di consenso, la Severino dice di credere «nel buon Dna degli italiani. Credo anche che in questo caso l’Italia sappia reagire e non sia l’inizio di un periodo cupo». 
D’accordo il ministro Riccardi: «Ho vissuto gli anni di Moro — dice — so come si possa arrivare facilmente a uno scontro, non siamo a quel livello ma nessun fatto va sottovalutato. Si deve essere attenti perchè la violenza può pescare in un clima di tensione. Però evitiamo allarmismi. L’Italia non è un Paese in preda alla violenza anche se ci sono vaste aree di disagio». 
Mentre il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, si appella ai media: «Bisogna trasmettere agli studenti il messaggio di uno Stato più presente, capace di dare loro risposte e trasmettere legalità  e rispetto delle regole».

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