Un David dei Maestri

by Editore | 5 Maggio 2012 11:05

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ROMA – Generazione Napolitano alla conquista dei David. Trionfatori dell’edizione 2012 sono Paolo e Vittorio Taviani, 81 e 83 anni. Il loro Cesare deve morire, sull’onda dell’Orso d’oro vinto all’ultima Berlinale, ha portato a casa cinque premi (film, regia, produzione, montaggio, presa diretta) e la standing ovation di tutto il cinema schierato all’Autditorium della Concilizione. «Dedico il premio ai detenuti del carcere di Rebibbia, questo film nasce da un grande dolore, il loro, che è stato capace di trasformarsi in arte» dice Vittorio. All’inarrestabile trionfo dei fratelli s’aggiunge il David da protagonista all’ottantasettenne Michel Piccoli, pontefice di Habemus Papam, coetaneo del presidente della Repubblica, che l’altro ieri al Quirinale aveva confessato di guardare con particolare “simpatia generazionale” ad alcuni candidati. Piccoli non è potuto essere alla cerimonia, «è stato trattenuto sul set in Belgio, gli farò avere al più presto il premio», ha spiegato Nanni Moretti, sul palco in vece dell’interprete francese. Nel target generazionale anche Liliana Cavani, David speciale alla carriera, 79 anni («Il nostro cinema è vivo e vuole esserci malgrado la crisi e un sistema paese che non crede nell’industria cinematografica, i Taviani hanno fatto un film modernissimo e straordinario») e la madrina della cerimonia che si è svolta ieri sera all’Auditorium della Conciliazione, Gina Lollobrigida, 85. 
Si è dovuto consolare con qualche premio tecnico il terzetto dei favoriti: Romanzo di una strage, di Marco Tullio Giordana, aveva 16 candidature, ha vinto tre premi, come Habemus Papam (era candidato a 15) mentre This must be the place di Paolo Sorrentino, candidato a 14, ne ha guadagnati 6 (sceneggiatura, fotografia, trucco e acconciatura, musica e canzone originale). Sorrentino ha ritirato il premio per David Byrne (impegnato in tour) e al presentatore Solenghi che sottolineava «c’è molta musica nel film», ha risposto scherzando, «è stata premiata la quantità ». 
Per la prima volta nella storia del David, entrambi gli attori protagonisti sono stranieri: al francese Piccoli si aggiunge la cinese Zhao Tao (Io sono Li), non succedeva dai tempi di Bruno Ganz in Pane e tulipani. «Due anni fa arrivando a Chioggia non avrei mai pensato di vivere un’esperienza così memorabile. Ovunque uno vive e lavora, ama, e io o potuto integrarmi vivendo sul set e amando la gente. Io sono Li è un film di perfetta integrazione tra cineasti cinesi e italiani». Gli attori italiani si devono accontentare dei premi da non protagonisti: Pierfrancesco Favino e Manuela Cescon, Tullio e Licia Pinelli in Romanzo di una strage che hanno dedicato il film a Licia Pinelli ma anche, ha aggiunto Favino sul palco «a chi i film li va a vedere e non li scarica». Sull’onda del grande successo di Scialla!, è stato premiato come migliore esordiente il regista Francesco Bruni, che si era già  aggiudicato il David Giovani. Oltre ai cinque David per Cesare non deve morire, incentrato sull’attività  teatrale nel carcere di Rebibbia e dedicato dai fratelli registi ai detenuti del carcere, la famiglia Taviani festeggia anche Lina Nerli (Taviani), moglie di Paolo, premiata per i costumi di Habemus Papam, che si è aggiudicata il premio alla scenografia. A Nanni Moretti anche la consolazione di essere sostenitore e distributore di film coraggiosi come Cesare deve morire e Una separazione, il film iraniano premiato come migliore pellicola straniera. Migliore film europeo invece Quasi amici, commedia record di Olivier Nachake, in Italia quindici milioni di incassi: «Sono cresciuto con il cinema italiano, sono intimidito e impressionato e felice. Ho visto tutto, dai film di Bud Spencer a quelli dei fratelli Taviani». Solenghi chiede che film farebbe sul duello elettorale Hollande-Sarkozy e lui risponde che sarebbe una perfetta commedia all’italiana. 
Sul palco anche i vincitori dei premi già  annunciati, il miglior documentario Tahrir liberation square di Stefano Savona e il cortometraggio Dell’ammazzare il maiale, del giovane Simone Massi, che ha dedicato il premio ai «contadini, operai, partigiani».

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