Torna la paura per la Spagna banche declassate, giù le Borse

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ROMA – La Spagna ufficializza la seconda recessione in tre anni, mentre Standard&Poor’s declassa 11 banche e il governo Rajoy prepara un “banco malo”.

Ovvero una bad bank, ispirata al modello irlandese, dove far confluire i 184 miliardi di attivi immobiliari tossici accumulati negli istituti di credito iberici dopo la bolla del “ladrillo” (mattone) del 2008, e così evitare la ciambella di salvataggio di Ue e Fmi.

Pessime notizie e le Borse vanno giù. Madrid torna dunque a spaventare i mercati, ieri tutti in rosso. Perdite accentuate per la piazza spagnola (-1,89%), seguita da Parigi (-1,64%) e Milano (1,26%), più contenute per Londra (-0,68%) e Francoforte (0,59%). Fibrillazioni che non si riversano, per ora, sui differenziali con i titoli decennali tedeschi. Lo spread tra Bonos iberici e Bund resta comunque in zona rischio – 410 punti base, ma meno di venerdì – mentre quello con i Btp italiani scende a 383.

A preoccupare investitori, governi e istituzioni europee sono i nuovi dati arrivati ieri dalla capitale spagnola. Il Pil nel primo trimestre dell’anno è sceso dello 0,3%, lo stesso calo registrato in quello precedente, a chiusura del 2011. Due segni meno consecutivi che mandano la Spagna, tecnicamente, di nuovo in recessione. E questa volta con una disoccupazione record al 25% e metà  dei giovani senza lavoro.

Ma a far tremare i polsi ai mercati è il pessimo stato di salute delle banche iberiche. S&P’s ieri ne ha declassate ben 11, tra cui i colossi Santander, l’unico a restare in “serie A” (passa da A+ ad A-) e Bbva, che replica la bocciatura della Spagna decisa sempre da S&P’s lo scorso giovedì (da A a BBB+). Sotto osservazione anche la catalana CaixaBank e Bankia, nata dalla recente fusione di sette casse di risparmio locali.

Come già  sottolineato dal Fondo monetario internazionale qualche giorno fa, le banche spagnole sono piuttosto «vulnerabili». Perché hanno in pancia molti titoli “tossici” legati a mutui inesigibili e a immobili ormai deprezzati (il 60% del portafoglio totale) e dunque necessitano una ricapitalizzazione urgente.

Alcuni analisti parlano di almeno 100 miliardi. Il governo Rajoy non vuole tuttavia ricorrere al fondo europeo Salva-Stati. Lo considera una sconfitta. E preferisce pensare a un “banco malo”, come anticipato ieri dal Financial Times e nei giorni scorsi dai quotidiani spagnoli. Il sito di El Mundo – ma anche di El Pais – riportavano ieri la notizia che la Banca centrale spagnola abbia già  incaricato BlackRock e Olivier Wyman – le due società  di consulenza che hanno creato la “bad bank” per l’Irlanda – di preparare un analogo dossier sulla Spagna. La conferma del piano arriva da Santiago de Compostela, dove ieri il ministro dell’Economia, Luis de Guindos, ha prima detto che crescita e austerità  non sono incompatibili e poi ha orgogliosamente rivendicato che la Spagna non intende chiedere aiuti internazionali, né usare il fondo Salva-Stati, per ricapitalizzare le banche. Definendo, però, come «sensato e positivo per le banche spagnole separare gli asset tossici dalle altre attività  finanziarie».

Al suo fianco, in conferenza stampa, Wolfgang Schaeuble, il ministro delle finanze tedesche, che continua a difendere la Spagna, elogiandone le «impressionanti» riforme e ritenendo il paese «sulla buona strada», perché «in Europa scommettiamo tutti sulla Spagna». A Madrid lo chiamano già  “il quattordicesimo ministro di Rajoy”.


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