Termini Imerese, ultimatum alla Dr
ROMA – Ultimatum del governo alla Dr Motor. Entro quindici giorni l’azienda molisana di Massimo Di Risio, destinata a subentrare a Fiat nel polo industriale di Termini Imerese, dovrà fornire «garanzie sull’assetto patrimoniale». Due settimane, in pratica, per trovare risorse (anche tramite partner) in grado di riconvertire lo stabilimento e riavviare la produzione di auto, ferma dallo scorso dicembre, e salvare così 2.200 posti di lavoro. O gettare la spugna e siglare il fallimento di una trattativa sempre più avviata su un binario morto.
La notizia arriva nell’ennesima giornata di protesta dei lavoratori siciliani. Dopo le occupazioni dei giorni scorsi delle sedi locali di Agenzia delle Entrate e Serit (riscossione tributi), ma anche di Unicredit e Intesa – restie a prestare soldi a Di Risio, per garanzie insufficienti e progetto industriale non adeguato e credibile – ieri trecento tute blu hanno occupato la stazione di Termini Imerese, mentre un altro centinaio manifestava davanti alla sede palermitana della Banca d’Italia. La tensione è altissima. Gli operai sono in cassa integrazione da gennaio, in molti stentano con 850 euro al mese. Più di qualcuno, esasperato, ha chiesto alle banche di congelare le rate del mutuo. Le mogli hanno scritto a Napolitano e al Papa. E oggi si ritroveranno tutti davanti ai cancelli chiusi da Fiat cinque mesi fa per decidere altre mobilitazioni.
Nelle stesse ore, a Roma, il ministro dello Sviluppo economico Passera incontrava i rappresentanti della Regione Sicilia, e poi comunicava ai sindacati l’ultimatum imposto a Di Risio. Se, come si teme ormai, l’imprenditore non sarà in grado di rispondere positivamente alla «richiesta improrogabile di chiarimenti», stilata ieri dall’advisor Invitalia (l’agenzia ministeriale che cura l’attuazione del piano), e «rispettare gli impegni assunti a luglio», ovvero «solidità aziendale e disponibilità a immettere capitale nel nuovo progetto», Di Risio non potrà «accedere alle ingenti risorse pubbliche nazionali e regionali messe a disposizione per il rilancio di Termini Imerese» (circa 178 milioni). Dunque sarà fuori. A quel punto, Passera convocherà un tavolo d’emergenza il 4 giugno per trovare un rimpiazzo, un altro imprenditore in grado di far ripartire la produzione.
Il governatore della Sicilia Lombardo, intanto, chiede a Di Risio di fare «chiarezza sulla sua situazione finanziaria, perché non può caricare su Termini Imerese i problemi che ha nello stabilimento di Macchia d’Isernia». Unica condizione perché la Regione possa «entrare nel capitale della nuova società che rileverà lo stabilimento Fiat, assieme a Dr Motor». Negli ultimi mesi Di Risio si è detto in grado di ottenere 100 milioni dalle banche, essenziali per produrre 4 modelli di vetture a Termini e venderne 10 mila nel 2013, 60 mila a regime (nel 2017). In realtà , la Dr Motor nel 2011 ne ha piazzate solo 3 mila. Gli operai molisani sono in cig. E, soprattutto, l’azienda è piena di debiti (74 milioni a fine 2009).
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