Tagli immediati per 4,2 miliardi Bondi sarà super commissario
ROMA – Un taglio immediato alla spesa pubblica di 4,2 miliardi di euro per evitare l’aumento dell’Iva a ottobre. Aumento che però «non è scongiurato». Mario Monti combattivo e pignolo, soprattutto contro Pdl e Lega sulle tasse, si presenta alla conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri sulla spending review con questo annuncio. A cui affianca una raffica di nomine di personaggi di peso che dovranno aiutare il governo su alcuni punti caldi. Ecco allora arrivare in soccorso il manager Enrico Bondi, il risanatore della Parmalat, incaricato di vedere come razionalizzare la spesa per beni e servizi. Avrà carta bianca e poteri ispettivi che potrebbero dare risultati già entro l’anno. Poi spunta il nome dell’economista Francesco Giavazzi che dovrà mettere qualche punto fermo sugli aiuti alle imprese. Infine torna sulla scena Giuliano Amato, scelto per consigliare il governo sui rapporti con sindacati e partiti, la riforma dell’articolo 49 della Costituzione e i soldi ai partiti.
Novità interessanti, foriere di sviluppi. Ma quello che colpisce di più nella conferenza stampa di Monti è l’attacco polemico contro Pdl e Lega, i partiti della vecchia maggioranza. Attacco sollecitato forse dall’intervista di ieri di un critico Giulio Tremonti. Ecco allora il presidente del Consiglio dire subito che «se oggi c’è l’Imu bisogna accettare l’amara verità che è stata abolita l’Ici senza valutarne le conseguenze. L’Ici non andava abolita con la situazione di finanza pubblica esistente».
Stilettata a Silvio Berlusconi che dell’abolizione dell’Ici aveva fatto il suo cavallo di battaglia. Ma il premier si vuole togliere altri sassolini dalla scarpa e allora sfida il Pdl che da sempre osteggia, oltre all’Imu, anche la patrimoniale. «Se all’Imu si preferisce la patrimoniale dice – il governo è pronto a valutare ogni proposta che garantisca la parità di gettito effettivo».
Ma gli affondie le critiche non sono finiti. Domenica Angelino Alfano aveva proposto: «L’imprenditore che ha dei crediti con lo Stato non paghi le tasse fino a compensare la cifra del credito». Cosa replica Monti? «Esprimo una parola di sdegno.
Chi ha governato, chi governa e chi si candida a governare non può giustificare l’evasione fiscale, né tanto meno istigare a non pagare le tasse, o a istituire personali ed arbitrarie compensazioni fra crediti e debiti verso lo Stato». Attacco, oltre che al segretario del Pdl, a Roberto Maroni e ai leghisti che vogliono usare l’arma dello sciopero fiscale contro l’Imu. E viste le ultime vicende giudiziarie suona molto pesante anche la frase che una «pesantissima tassa occulta è la corruzione dilagante negli appalti, nelle assunzione e nella gestione delle risorse pubbliche».
Colpi che scuotono il Pdl e ridanno linfa alle correnti che da sempre osteggiano il Professore e il suo governo. Maurizio Bianconi, vicepresidente del gruppo alla Camera, quando vede la nomina di Bondi, pensa il premier se ne debba andare. «Il tecnico dei tecnici? – commenta – Il governo Monti non è capace. Dia immediate dimissioni. Sarebbe più dignitoso che sopportare ancora i risultati del suo operato». L’atro vicecapogruppo alla Camera, Massimo Corsaro, insiste su questo aspetto: «Ma se i tecnici nominano un tecnico per fare l’analisi della spesa – dice – che li abbiamo messi lì a fare?». Commenti molto duri arrivano anche dalla corrente degli ex An. «La nomina di Bondi – dice Altero Matteoli – è incomprensibile e suona come un’autobocciatura dello stesso governo dei tecnici e della burocrazia statale». Matteoli poi aggiunge sul taglio dell’Ici. «Lo rivendichiamo e non ne siamo pentiti».
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