Stop ai flussi, “scelta tecnica”. Per il governo situazione non emergenziale

Loading

ROMA – “L’impossibilità  del decreto flussi quest’anno non è una scelta politica, ma una scelta dettata dal fatto che non ci sono sufficienti occasioni di lavoro. Testimonia lo stato di crisi, ed è stata ispirata interamente da un fatto tecnico”. Lo ha sottolineato il sottosegretario al ministero dell’Interno Saverio Ruperto, intervenendo oggi a Roma a un convegno organizzato dal Cir (centro italiano rifugiati) sul tema dell’immigrazione. “Se la situazione del lavoro nel paese è quella che è che senso avrebbe aprire frontiere? Sarebbe una risposta sbagliata – continua – qualsiasi scelta va adottata nell’ambito della legalità “.

Secondo Ruperto, quest’anno la situazione dell’immigrazione non è “emergenziale”. “Tra il 2011 e il primo scorcio del 2012 – sottolinea – sono sbarcati in Italia più di 60mila persone, ma possiamo dire che non siamo quest’anno nella situazione dello scorso anno. Al 17 maggio 2011 le persone arrivate nel nostro paese erano 38.882, al 17 maggio 2012 sono 2200. Anche se la situazione non è critica come lo scorso anno, però, queste persone  si aggiungono a quelle già  arrivate e accrescono il problema, perché questi sbarchi si collocano in un periodo storico di difficoltà , che si è acuita da un anno a questa parte”. Secondo il sottosegretario dell’Interno queste vicende “non possono risolversi solo applicando principi di solidarietà  ma è necessario affrontarle con realismo”. “I governi devono affrontare il in modo di dare un’effettiva soluzione alle persone che giungono sul territorio am anche cercando di mantenere la pace sociale – aggiunge –  Se questa non viene garantita si crea un danno ancora maggiore a chi arriva perché i luoghi non sono più sicuri”. Ruperto ha poi ricordato che quello dell’immigrazione è “un problema europeo e non solo italiano”. “Il fatto che questo governo abbia un mandato temporaneo non significa,  però, che questa non ci sia incisività  e  consapevolezza nell’affrontare questo problema – continua – Il problema dell’Italia è che ha una frontiera marittima labile che le impone di avere approccio al problema diverso”.

 © Copyright Redattore Sociale


Related Articles

Serve una cultura di pace, oggi è minoritaria

Loading

Coloro che invocano un altro conflitto europeo in Siria e in Libia resuscitando le invettive di Oriana Fallaci, che speravamo sepolte, contro l’ignavia europea, non si rendono conto dei danni inflitti a quei paesi

Egitto, un altro morto in carcere: è il fotografo e regista Shady Habash

Loading

Era in carcere dal marzo 2018 per aver realizzato il video di una canzone (intitolata ‘Balaha’) che sbeffeggiava apertamente il presidente criticando senza sconti i primi quattro anni di governo al-Sisi alla vigilia delle elezioni

Al via la causa dei Mau Mau

Loading

GRAN BRETAGNA
  Quattro kenioti – Ndiku Mutwiwa Mutua, Paulo Muoka Nzili, Wambugu Wa Nyingi e Jane Muthoni Mara – porteranno in giudizio il governo britannico per le atrocità  commesse durante la colonizzazione del loro paese. L’Alta corte di Londra ha respinto il ricorso del ministero degli Esteri che contestava la legittimità  del processo, iniziato ad aprile scorso, dopo otto anni di battaglia giuridica.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment