Si insedia il presidente «normale» Un occhio alla crescita, uno alla Germania
Un fulmine ha colpito il Falcon che portava Hollande a Berlino, ieri a metà pomeriggio, obbligando il neo-presidente a tornare all’aeroporto di Villacoublay per cambiare aereo. A Berlino, la cerimonia e la cena agli asparagi sono state posticipate di più di un’ora. Nel giorno dell’insediamento, Hollande ha scelto un (professore di) tedesco – «dell’est» per i suoi detrattori – come primo ministro. Jean-Marc Ayrault, 62 anni, sindaco di Nantes e capogruppo Ps all’Assemblea, è il nuovo primo ministro. L’annuncio è stato fatto dallo scalone dell’Eliseo dal nuovo segretario generale, appena nominato, Pierre-René Lemas, che è stato compagno di Hollande all’Ena. Ayraud condivide con Hollande la fama di uomo «normale»: viene dal mondo cattolico, va in vacanza con una Volkswagen, non è mai stato ministro ma ha vinto tutte le elezioni a cui si è presentato dal ’76. E’ uomo di poche parole, che mostra gusti semplici e grande amore per il lavoro. E’ un socialdemocratico alla tedesca, non troppo di sinistra. Questa scelta è fatta anche per piacere alla Germania e per ribattere alla destra, che negli ultimi giorni si è compiaciuta a ricordare che Ayrault nel ’97 era stato condannato a sei mesi con la condizionale per aver concesso un appalto municipale senza gara preventiva (poi è stato riabilitato dalla giustizia). Oggi, Ayrault presenterà la composizione del governo, che dovrà prima di tutto portare a buon fine le legislative del 10 e 17 giugno.
Il primo gesto della presidenza Hollande è stato realizzato ieri, con la cerimonia di investitura, con la sobrietà del comportamento e dello stile. Hollande è arrivato all’Eliseo, ieri mattina, con una Citroen Ds ibrida, che si è fermata ai semafori (l’auto è concepita e costruita negli stabilimenti di Sochaux, minacciati di tagli all’occupazione). Alla cerimonia del passaggio dei poteri non era presente Ségolène Royal, l’ex compagna di Hollande, che non ha voluto che vi partecipassero neppure i quattro figli che ha avuto con il presidente (forse anche per evitare che ci fossero i tre della nuova compagna, Valérie Trierweiler): un grande contrasto con cinque anni fa e il casting degno del festival di Cannes con la famiglia ricomposta di Sarkozy e Cécilia e i cinque figli riuniti. Hollande ha promesso: «non mi occuperò di tutto e dappertutto» per smarcarsi chiaramente dal suo predecessore e dall’iperpresidenza finita in una sconfitta. «Il potere – ha sottolineato – sarà esercitato con dignità e semplicità ».
Hollande ha ricordato, nel discorso di investitura, «i pesi e i vincoli» che pesano sulla situazione economica francese, a cominciare dal «debito massiccio», che il presidente si è una volta di più impegnato a risanare. Risanamento e gioventù sono le due linee direttive del quinquennato che inizia. L’Europa è stata di nuovo al centro del discorso, Hollande intende aprire «una nuova strada», e ha cominciato subito, andando a Berlino per una cena con Angela Merkel. La Francia «ha bisogno di rassicurazione e riconciliazione», affermando che il paese «non lascerà nessuno dei suoi figli ai margini». Ha ricordato che si impegnerà per favorire «una transizione energetica» e che ci sarà «un nuovo atto di decentralizzazione».
Dopo la cerimonia di investitura e la risalita dei Champs Elysées, finita con un bagno di folla sotto la pioggia, Hollande ha reso omaggio a due figure eminenti della storia francese: Jules Ferry, padre della scuola pubblica laica e gratuita, e Marie Curie, «donna di origine straniera» che ha dato alla Francia due premi Nobel (fisica, 1905; chimica, 1911). Ricordando Ferry ha confermato che ci saranno 60mila assunzioni nella scuola. Per far tacere le polemiche che la destra ha sollevato su Ferry, ha ricordato gli «”errori» sulla colonizzazione, «colpa morale e politica» di cui il padre della scuola pubblica obbligatoria per tutti si era macchiato all’inizio del ‘900. Dopo un pranzo all’Eliseo a cui hanno assistito gli ex primi ministri socialisti, Hollande ha concluso la maratona parigina all’Hotel de Ville, come vuole la tradizione. Dopo un ultimo saluto ai parigini, è partito per la Germania.
«Ho voluto una giornata per stabilire la fiducia» con i cittadini, ha riassunto Hollande. Nicolas Sarkozy dovrebbe prendere qualche mese di riposo, mentre resta incerto cosa farà nel futuro (avvocato d’affari o ancora politica). L’unica cosa certa è che l’ormai ex presidente non prenderà parte alla campagna delle legislative. Nel giorno dell’insediamento di Hollande, l’uomo che sognava di essere al suo posto, Dominique Strauss-Kahn, ha sporto denuncia contro la cameriera del Sofitel Nafissatou Diallo, e gli ha chiesto un milione di dollari di danni «per avergli fatto perdere delle opportunità professionali».
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