Servizi segreti, De Gennaro sale Massolo scende
Indiscutibile la sua competenza, dopo quattro anni a capo del Dis – Dipartimento informazioni per la sicurezza, i servizi segreti – e i precedenti sette a capo della polizia. Discutibilissima però la sua nomina, essendo stato indagato per falsa testimonianza nelle indagini sul massacro compiuto dalle forze dell’ordine alla scuola Diaz, nei giorni del G8 di Genova del 2001. Accusa da cui viene assolto in primo grado nel 2009, condannato in secondo grado nel 2010 e poi assolto definitivamente nel 2011 dalla Cassazione («i fatti non sussistono»).
Oggi la sua promozione, e tre coincidenze: 1) è nelle sale cinematografiche il film Diaz, un pugno nello stomaco che aiuta a non dimenticare; 2) è a tutto, ma proprio a tutto il ceto politico che l’uomo sembra piacere, il che non è mai di buon auspicio; 3) è appena di qualche ora prima la rivendicazione dell’attentato contro il dirigente dell’Ansaldo, una minaccia terroristica seria, ma che pure non induce a lasciare un secondo di più al suo posto il capo dell’intelligence.
Ce ne è poi una quarta, che sarà apprezzata in silenzio da altri: da oggi De Gennaro è fuori dalla corsa per Finmeccanica, dove le sorti dell’amministratore delegato Giuseppe Orsi potrebbero decidersi la settimana prossima, in occasione dell’assemblea degli azionisti. Un potenziale concorrente in meno per Franco Bernabé, oggi a Telecom e dato in pole. Sempre che le soluzioni del governo siano esterne al gruppo o che il governo abbia la forza di prendere una qualche decisione sulla guida del malmesso primo gruppo pubblico italiano.
Al posto di De Gennaro, Monti ha nominato a capo del Dis Giampiero Massolo, potente segretario generale della Farnesina, diplomatico di lungo corso, applaudito da tutti (e non tutti potrebbero essere sinceri auguri). Erano più o meno vent’anni che, ai vertici, una feluca non indossava i panni dello 007; è prevedibile una discreta scuola guida con il suo referente diretto De Gennaro, almeno per i fatti di casa nostra.
Massolo, cui pare il governo abbia offerto altro prima di ottenere il sì per la direzione sul campo dei servizi segreti, lascia la vera stanza dei bottoni della «Casa Bianca» ed essenzialmente campo libero ai desiderata del ministro degli esteri Giulio Terzi. Sarà l’ennesima coincidenza, ma l’operazione appare come un altro segno dell’attuale debolezza del governo, fatta sulla spinta anche di qualche guerriglia interna alla compagine. E il capitolo nomine non finisce mai: se a breve sarà Finmeccanica, a seguire la molto più politicamente complicata Rai. Dove Monti, dopo un annuncio tv di grandi cambiamenti, ha poi escluso il volume.
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È nato il “governo dei disponibili”. Pronti a tutto, pur di lucrare una poltrona ministeriale. L’infornata dei nove sottosegretari promossi dal gruppo di Iniziativa Responsabile dà la misura dell’abiezione etica della maggioranza, costretta a pagare la cambiale in bianco firmata a un drappello di scissionisti-opportunisti fuoriusciti da Futuro e Libertà . Ma dà anche la misura della disperazione politica del presidente del Consiglio, costretto a imbarcare chiunque, a prescindere dal curriculum personale e persino della fedina penale, pur di sopravvivere al suo declino. «Su queste nomine ci saranno delle ironie», dice Silvio Berlusconi con il consueto sprezzo del ridicolo. Si sbaglia.
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