Sator-Palladio rilanciano su Fonsai aumento da 800 milioni e consorzio

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MILANO – Sator e Palladio rilanciano. E lo fanno su Fonsai, con un aumento di capitale riservato – per un importo compreso tra i 300 e i 400 milioni – che i due investitori si impegnano a sottoscrivere; una seconda quota di aumento, stavolta rivolto al mercato (e dunque pro-quota anche a Sator e Palladio) verrà  offerto per un valore a sua volta «non inferiore a 400 milioni». Complessivamente quindi nelle casse della compagnia entrerebbero 800 milioni di mezzi freschi, ma con una struttura di aumento completamente diversa: Sator e Palladio infatti si impegnano a sottoscrivere la parte riservata ad un prezzo per azione compreso tra 1,5 e 2,5 euro (il doppio o quasi rispetto alle quotazioni di Borsa, anche nell’ipotesi di prezzo più bassa). I soci Fonsai invece pagheranno le nuove azioni al massimo la metà  del prezzo sottoscritto da Sator e Palladio con l’aumento riservato. In questo modo i due fondi pagano una sorta di “premio di maggioranza” direttamente ai soci Fonsai e non «a Premafin, azionista di maggioranza relativa». Alla fine, i due fondi insieme dovrebbero avere una quota di Fonsai, dopo i due aumenti di capitale, compresa tra il 34 e il 45%, per un esborso complessivo almeno intorno ai 550 milioni.
La quota invece degli altri soci – Premafin compresa – dipenderà  da quale parte dell’aumento intenderanno seguire: Sator e Palladio hanno dichiarato che, per quanto riguarda l’aumento rivolto al mercato, ci sono già  state «manifestazioni di interesse per una quota rilevante del rischio mercato» anche se è Fonsai medesima a dover cercare un consorzio di garanzia (eventualmente con l’appoggio dei due investitori). E ancora: Sator e Palladio hanno deliberato di «impugnare le delibere assembleari di Fonsai» relative all’aumento di capitale dello scorso 19 marzo, perché Premafin – socio di maggioranza di Fonsai – secondo la stessa Consob aveva un patto parasociale non pubblicato con Unipol e, dunque, non avrebbe dovuto votare. Infine i due investitori hanno presentato una memoria alla Consob sulla possibile esenzione dall’Opa per Unipol, richiamando il fatto che secondo il Regolamento emittenti l’esenzione è legata – oltre che alla presenza di una situazione di crisi – anche al fatto che in assemblea non abbia votato contro la fusione più della metà  dei soci di minoranza. A questo punto il cda Fonsai ha tempo sette giorni per «comunicare la sua disponibilità , ancorché non impegnativa, a valutare l’operazione» Sator-Palladio e poi altri 15 giorni per trattare; fermo restando che l’operazione è subordinata all’ok delle autorità  e all’esenzione dall’Opa su Fonsai e su Milano assicurazioni.
Ora la palla passa al cda Fonsai e, in parte, alle banche creditrici. A botta calda, ambienti vicini agli istituti di credito hanno espresso un certo scetticismo; bisognerà  vedere anche che posizione adotterà  la stessa Premafin (tra l’altro, dovrebbe votare l’operazione in assemblea). Oggi, il cda Fonsai inizialmente chiamato sui conti avrà  materia per riflettere. Finora invece non sembrano esserci stati passi avanti decisivi sui concambi con Unipol né, a livello di Premafin, trattative risolutive sulla ristrutturazione del debito


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