Salini candida Costamagna per la presidenza di Impregilo

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MILANO – In Impregilo è finito il tempo del fair play. Il gruppo guidato da Alberto Rubegni risponde alle accuse di Pietro Salini, che dopo aver rastrellato in Borsa il 29,15% di Impregilo è diventato il secondo azionista del gruppo a breve distanza da Beniamino Gavio (che attraverso Auto To-mi ha il 29,96%). In una nota allegata ai documenti della convocazione dell’assemblea del 12 luglio, il consiglio di Impregilo ha infatti risposto a tono di fronte alle pesanti accuse avanzate da Salini, che ha chiesto la revoca dell’attuale management e la nomina di un nuovo board. A questo proposito Pietro Salini, che ambisce a diventare il futuro ad di Impregilo, ha già  contatto una serie di consiglieri di standing elevato scegliendo l’ex banchiere di Goldman Sachs, Claudio Costamagna, come suo candidato alla presidenza della società  di costruzioni.
Nel chiedere la revoca dell’attuale consiglio Salini aveva accusato i vertici di Impregilo di «assenza di visione industriale drammatica» e di non avere nessuna «strategia di crescita e sviluppo». Ieri, insieme alla convocazione dell’assemblea straordinaria che dovrà  pronunciarsi sul tema, Rubegni e la sua squadra hanno invece accusato Salini di aver fatto «un’analisi superficiale» e «infondata» della società  di costruzioni, facendo rilevare come l’azienda abbia riportato risultati di tutto rispetto, creando grande valore con operazioni come Ecorodovias (autostrade brasiliane). Le attività  carioca nate da un progetto greenfield valgono 1,2 miliardi (+70% dalla quotazione che risale all’aprile 2010). Ugualmente Impregilo precisava come nonostante un calo dei ricavi delle costruzioni, il risultato operativo sulle vendite del quinquennio 2006-2011 è stato pari al 10% (superiore alla media di settore e a quella del gruppo Salini stesso) e il portafoglio ordini nel periodo è più che raddoppiato. Infine Impregilo avvisava Salini che se otterrà  la revoca del consiglio senza «giusta causa» esporrà  l’azienda al rischio di pesanti «richieste di tipo risarcitorio». Di fronte a queste repliche la posizione di Salini resta granitica, l’imprenditore romano è convinto che Impregilo possa e debba essere gestita in maniera più efficiente e che il gruppo debba focalizzarsi sul core business. Salini vuole infatti vendere tutte le altre attività  del gruppo a iniziare da Ecorodovias, per pagare un dividendo straordinario da 800 milioni. In realtà  in questi giorni anche il gruppo Gavio starebbe valutando l’ipotesi di distribuire una cedola straordinaria. Con l’incasso dei 355 milioni di Acerra e una volta ultimata la vendita di Fisia Babcock, Impregilo potrebbe redistribuire ai soci fino a 300 milioni di risorse. A questo proposito, nonostante le smentite ufficiali, pare che le trattative per cedere il gruppo degli impianti per una cifra vicina a 150 milioni siano in fase avanzata. Va detto però che già  in passato un importante gruppo indiano aveva trattato l’acquisto di Fisia Babcock, ma poi l’operazione si era risolta in un nulla di fatto.


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