by Editore | 30 Maggio 2012 7:07
modena – Se ne vanno alla spicciolata con le valigie in mano e le macchine stipate di oggetti, come un esercito in rotta. Alla fine della lunga giornata di scosse e paura, morti e edifici sbriciolati o inagibili, la conta provvisoria degli sfollati giunge a una cifra che fa impressione: almeno quindicimila in Emilia Romagna, perlopiù nelle province di Ferrara, Modena e Bologna, cui si aggiungono 1300 senza tetto in provincia di Mantova, appena oltre il Po. Ma il bilancio non è chiuso. Destinato a salire, viene aggiornato di ora in ora. Ieri sera il capo dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli stimava ancora impossibile fornire un numero preciso, tra il susseguirsi dei violenti scossoni tellurici e la miriade di frazioni e casolari sparsi in questa pianura improvvisamente matrigna. Solo a Concordia, un altro dei paesi che entreranno nella memoria collettiva, erano in cerca di luoghi sicuri e protetti novemila abitanti impauriti. «Nessuno vuole tornare in casa – si sfoga il sindaco, Carlo Marchini, stremato – Dovremmo trovare novemila posti letto. È impossibile, anche se stiamo allestendo un centro dei accoglienza nello stadio. Molti dormiranno in macchina». Una notte senza sonno, anche lì, zona rossa, comune fantasma. «Qui siamo in 7.300 – parole del comandante dei vigili urbani di Cavezzo, Egidio Michelini – e siamo tutti sfollati. Tende non ne abbiamo. Dovrebbero arrivare nella notte, siamo all’aperto. Non abbiamo niente». Eppure si combatte, si lavora, si spera. Non si molla. Una donna è stata estratta viva dalle macerie, alle nove.
«Gli emiliani sono un popolo fiero e orgoglioso io sono qui per confermare la volontà del Governo di dare risposte immediate alle popolazioni colpite», sottolinea il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, giunta in Emilia nel pomeriggio per una riunione nel centro operativo della Protezione Civile di Marzaglia e una visita in Prefettura a Modena, dopo una ricognizione in elicottero sulle aree colpite, macerie, fango liquefatto, strade spaccate in due dalle crepe. Poi un breve colloquio con le autorità locali, capeggiate dal presidente della Regione Vasco Errani e dal sindaco di Modena Giorgio Pighi, presenti anche i responsabili dei soccorsi coordinati dallo stesso Gabrielli «Già domani (oggi ndr) il Consiglio dei ministri varerà le prime misure» promette Cancellieri, assicurando anche che le zone terremotate «non diventeranno una terra di nessuno, ma saranno sorvegliate dalle forze dell’ordine per prevenire lo sciacallaggio».
Molti cittadini non vogliono allontanarsi dalla loro case. Quelli che possiedono un camper l’hanno parcheggiato poco lontano o in giardino, per sorvegliare. Altri hanno piantato le tende nei campi. A Modena e provincia le rivendite di attrezzature da campeggio sono state prese d’assalto e i magazzini «Decathlon» hanno esaurito la scorta di “canadesi” in poche ore. «Occorre far capire alla gente che questo non è un allontanamento, bensì il tentativo di fornire un’accoglienza migliore» cerca di rassicurare Gabrielli. «Quando gli sfollati superano le migliaia, non è più possibile rispondere solo con la tendopoli, ma occorre anche un’accoglienza alberghiera». Ieri Federalberghi ha raccolto l’appello. Ha messo a disposizione mille posti letto negli hotel della riviera adriatica, città turistiche, località sull’Appennino. A Crevalcore, nel bolognese, è arrivato in serata un treno speciale con vagoni letto e 360 posti al coperto.
C’è però il problema dei contadini in una zona in cui l’attività agricola è fiorente e diffusa. Loro non possono spostarsi perché le mucche vanno munte e il fieno raccolto. «Per questi lavoratori – rassicura il capo dipartimento della Protezione Civile – ci saranno roulotte e camper». Errani ha confermato che saranno sospese le esazioni di tutte le imposte e tasse nonché dei mutui sugli immobili. Anche il patto di stabilità , è l’auspicio del governatore, ottimista, dovrebbe essere superato per i Comuni che sono stati colpiti dal terremoto e avvieranno la ricostruzione.
«Vogliamo ripartire ha ribadito con puntiglio il governatore dell’Emilia Romagna non intendiamo essere assistiti, ma vogliamo che lo Stato ci metta nelle condizioni di ripartire perché questo terremoto non è solo dell’Emilia Romagna, ma è dell’Italia intera».
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