Quel megastand massone e la polemica sulla P2

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La chiamano operazione “trasparenza e chiarezza”, puntano sulla comunicazione “per un recupero di credibilità ” e sulla cultura. Pubblicano preziose edizioni delle avventure più esoteriche di Corto Maltese e parlano con orgoglio del ruolo avuto nel Risorgimento e della persecuzione patita durante il fascismo. Il loro punto espositivo al Salone del Libro di quest’anno, d’altronde, è tra i più vasti ed eleganti, molto più grande che in passato: circa 120 metri quadrati, che superano i 105 di un colosso come Amazon. Si tratta dello stand della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi ed Accettati Muratori della massoneria universale di rito scozzese, obbedienza di piazza del Gesù. In un opuscolo diffuso al Lingotto, oltre a ricordare che “lo scandalo P2”, cui era “del tutto estranea” ma che “ne ha ulteriormente compromessa l’immagine”, la Gran Loggia elenca “alcuni massoni famosi”: da Voltaire a Diderot, da Fermi a Einstein, passando per Mozart e Goethe, Churchill e Dubcek, Washington e Roosevelt, per lo stesso Hugo Pratt, “iniziato il 19 novembre del 1976 nella loggia Hermes”, e per John Wayne.
La presenza della massoneria, soprattutto la sua rilevanza nei volumi e la posizione strategica nel secondo padiglione del Lingotto, non lontana da quella della Spagna, non è pertanto passata sotto silenzio. E a qualche editore, come Lorenzo Fazio, responsabile di Chiarelettere, ha fatto ritornare in mente un episodio avvenuto durante la fiera dell’anno scorso, quando si sarebbe dovuto tenere un incontro sul libro La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi, curato da Anna Vinci, che raccoglie le note scritte dall’allora presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’organizzazione segreta di Licio Gelli. Che cosa accadde? Rammenta Fazio: «Il Salone non consentì la presentazione del libro. Ernesto Ferrero, il direttore, mi disse che non c’era lo spazio per quel tipo di dibattito. Io, pur stupito, ne presi atto, e non volli rendere pubblico il rifiuto per evitare polemiche in quei giorni. Ma adesso, a fronte del grande stand della massoneria, che pure non c’entra nulla con la P2, mi sembra doveroso parlare di quella censura al lavoro della Vinci».
Ferrero respinge le accuse quasi con sdegno: «Ma come si fa a chiamare in causa la censura? Semplicemente non c’era più un posto libero dove tenere la presentazione, era tutto prenotato. Figuriamoci poi se mi metto a raccontare delle frottole a Fazio, che conosco da trent’anni! Sono sospetti davvero bizzarri». Rolando Picchioni, presidente della fondazione del Salone del Libro, sostiene, invece, «di cadere dalle nuvole». Il suo nome era stato accostato anni fa alla loggia di Gelli, ma lui ha sempre affermato di avere chiarito tutto e di non avere avuto nulla a che fare con la P2. E replica a Fazio: «Una censura per quel libro? Non ne ho mai saputo niente, anche perché non avrei certamente proibito di presentarlo». Nessun problema neppure per lo stand della Gran Loggia d’Italia: «Non vedo stranezze. La massoneria è una componente storica e culturale della società  italiana».


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