by Editore | 12 Maggio 2012 14:12
È chiaro che siamo tutti preoccupati per come (non) sta evolvendo la crisi italiana. La crescita che tutti aspettiamo non si intravede, il peso della tassazione sia sulle imprese sia sulle famiglie si rivela giorno dopo giorno più pesante, la società fa fatica ad assorbire i colpi della recessione e la rete della solidarietà si smaglia. Ma indirizzare tutte queste sacrosante inquietudini verso un solo obiettivo, ovvero Equitalia, i suoi uomini, le sue sedi, non solo è incomprensibile ma anche un po’ vigliacco. La società di riscossione è parte integrante dello Stato e assolve i suoi compiti in base alle direttive che riceve dal Parlamento per cui è singolare la polemica di quei sindaci e di quegli esponenti politici che pensano di aver trovato in Equitalia il più comodo dei capri espiatori. È troppo facile concludere una conferenza stampa o un intervento da talk show accennando alla società di riscossione come a una confraternita di vampiri adusi a succhiar sangue chissà per quali inconfessabili obiettivi. La politica fiscale non la decidono i Befera (ci mancherebbe altro) ma è frutto del dibattito che coinvolge i partiti, i parlamentari e l’opinione pubblica. Se, come è giusto che sia, si vuol ridurre il peso della tassazione la mossa giusta è agire dal lato della spesa. Se vi vogliono ridiscutere le regole di ingaggio lo si faccia ma non si può delegittimare quotidianamente l’azione dei suoi uomini e giustificare così ogni nefandezza nei confronti di Equitalia. I sindaci quando dovranno gestire localmente la riscossione avranno tutto il tempo di dimostrare la loro capacità , saranno sicuramente in grado di coniugare efficacia e rispetto del cittadino ma fino ad allora è bene che si dimostrino classe dirigente. Perché solo nella giornata di ieri abbiamo avuto un assalto alla sede napoletana, l’invio di un pacco bomba alla direzione generale, due ispettori aggrediti a Milano e una telefonata minatoria agli uffici di Viterbo. In più il cronista non può non constatare come a cinque mesi dagli attentati di dicembre ancora non si sappia nulla di certo sugli autori dei quei gesti che segnarono l’inizio di una vera e propria campagna terroristica. È chiaro che in queste condizioni solo un kamikaze potrebbe chiedere di lavorare ad Equitalia. Con tanti saluti alla lotta contro l’evasione fiscale.
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