by Editore | 4 Maggio 2012 10:21
La campagna elettorale si chiude in Grecia con il fantasma della sinistra a spaventare i partiti conservatore e socialista dei Memorandum, i banchieri e gli investitori. Domenica si vota e la febbre degli elettori per Syriza, la piccola coalizione di sinistra, viene considerata il pericolo maggiore per la stabilità politica ed economica del paese, perché un governo di sinistra allontanerebbe la Grecia dall’Unione europea e dall’euro. Nella realtà , Syriza ha un programma così moderato da poter essere accettato da tutti quelli contrari alle politiche neoliberiste che distruggono la Grecia. La svolta verso Syriza e la sinistra rappresenta anche la rabbia di un popolo contro i veri padroni del paese, i due partiti che hanno governato per più di trent’anni con governi monocolore.
Il fascino del giovane presidente di Syriza, Alexis Tsipras, la demonizzazione della coalizione fatta dagli avversari e la fiducia di tantissima gente che ha condiviso gli ultimi due anni di lotte, scioperi, occupazioni, manganellate e gas, hanno fatto crescere le simpatie verso Syriza. Tsipras si preparava ieri sera per il suo comizio in piazza Omonoia, la ex piazza popolare di Atene trasformata dopo il 1989 in «piazza Tiranna» e più tardi nella «piazza degli immigrati».
La grande massa degli indecisi sembra muoversi verso i partiti contrari al Memorandum, mentre anche chi optava per l’astensione ha capito che il non voto è un voto a favore di Nuova Democrazia e del Pasok, e dunque a favore della odiata troika e dell’ancora più odiata cancelliera Merkel. La Grecia ha perso la sua autonomia e indipendenza con i Memorandum, ma i greci sembrano conservano l’orgoglio di resistere.
Syriza sembra il «marchio vincente» delle elezioni. Si vede dalla marea di gente che inonda i gazebo della coalizione, nelle grandi città e nella periferia del paese. Molti sperano che Syriza lavori per un cambio del governo e per la fine dei tagli, che invece il governo ripropone per giugno. Syriza chiede la collaborazione della intera sinistra per cambiare pagina in Grecia e in Europa, mentre lavoratori e pensionati hanno visto nelle ultime settimane diminuire di nuovo le loro entrate e aumentare l’esercito dei disoccupati.
Nuova Democrazia e Pasok sono spariti dalle piazze e dalle strade. I loro dirigenti si possono vedere praticamente solo in televisione. Il leader conservatore Samaras ha sfidato la sorte e si è fatto vivo mercoledì a un comizio all’aperto a Salonicco, ripetendo che la sua Nuova Democrazia non vuole un governo in collaborazione con il Pasok. Nella stessa città , il fuoriuscito da Nuova Democrazia Kammenos e oggi leader dei «Greci Indipendenti» ha però radunato in piazza il doppio della gente andata a sentire il suo ex capo.
Il ministro Venizelos ha chiesto un governo di larghe maggioranze e ha sferrato un durissimo attacco contro Syriza: «Grazie al suo populismo, vuole riportare la Grecia alla dracma». Il segretario dei comunisti Papariga, in chiusura di campagna elettorale al Campo di Marte, ha detto no alla proposta di Syriza per un governo di sinistra, perché «non vogliamo giocare questo gioco, per non uccidere la speranza del popolo». Di fronte a più di trentamila militanti, Papariga ha cercato di serrare le fila del Kke di fronte al molto probabile sorpasso di Syriza. Lo slogan? «Non sprecare il tuo voto a destra e a sinistra. Vota Kke».
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