“Romanzo di una strage vale più di un trofeo”

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ROMA Pierfrancesco Favino e Michela Cescon hanno dedicato i loro David alla famiglia Pinelli. Ai due attori, premiati come non protagonisti per i ruoli di Licia e Giuseppe Pinelli, è toccato rappresentare il film Romanzo di una strage, il favorito della vigilia con 16 candidature che si sono tradotte in soli tre premi. Il regista Marco Tullio Giordana, comprensibilmente deluso, ha lasciato subito l’Auditorium e spento il cellulare. 
Non succede spesso che sia premiata la coppia di attori di un film.
Cescon: «E’ che questa avventura l’abbiamo iniziata e portata avanti insieme, fino a qui, stasera». 
Favino: «Sono stato io a chiamare Michela: “Siamo noi i Pinelli – le ho detto – che paura, che bello”. Ci siamo parlati, scambiati letture, abbiamo avuto fin da subito sensazioni simili. Poi un giorno abbiamo preso un treno e siamo andati a Milano e siamo entrati in casa Pinelli».
Cescon: «E siamo andati a incontrare Licia. Doveva essere una mezz’oretta, per non disturbare. Siamo restati lì quattro ore, è stato un incontro incredibile. Oltre all’eleganza, la forza e la sobrietà , di Licia mi ha colpito la sua fiducia, ci ha aperto tutto. Siamo usciti dicendo “Sì, lo facciamo e lei c’è”. E c’è stata fin qui, mi ha appena mandato un messaggio di felicità ».
Avete sentito la responsabilità  dei vostri personaggi?
Favino: «Sì, prima che quella storica, la responsabilità  affettiva. Entri in casa di qualcuno che ha la memoria amorosa di chi non c’è più, una memoria che non vuoi scalfire o offendere».
Cosa vi ha detto Licia, dopo aver visto il film?
Cescon: «Mi ha ringraziato, mi ha detto ridendo: “sei più bella di me”. Vincere questo premio con Pierfrancesco è bello perché premia una grande collettività , non si fa un film da soli».
Il film era favorito, alla fine però solo tre premi. 
Favino: «Le dinamiche dei premi sono sempre bizzarre e il valore di questo film non si misura attraverso i premi».
I due attori protagonisti che hanno vinto il David quest’anno non sono italiani. Significa qualcosa?
Favino: «Credo sia la prima volta ma anche un caso. Michel Piccoli non è un attore francese, è un attore del mondo, anche nostro. E la vittoria di Zhao Tao è legata proprio al fatto che le nostre storie oggi si aprono alla multiculturalità  del presente».
A chi dedicate il premio personalmente?
Cescon: «Ai miei tre figli e a mio marito, anche se lui non vuole che lo dica».
Favino: «Alla mia famiglia e a Loredana Giallini, la moglie del mio collega e amico Marco, che non c’è più e che era una donna meravigliosa».


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