“Nicolas vuole ritirarsi dalla vita politica ma la Le Pen non diventerà leader della destra”
PARIGI – «Voglio voltare pagina». Nicolas Sarkozy ha confermato ieri agli esponenti della maggioranza di volersi ritirare a vita privata, rinunciando ad incarichi politici, almeno per il momento. La sua uscita di scena ha già aperto una lotta fratricida all’interno dell’Ump, il partito di maggioranza che deve affrontare tra un mese le elezioni politiche. «Sarkozy è un uomo di Stato, un repubblicano, molto rispettoso del verdetto delle urne» commenta Rachida Dati. L’ex ministro della Giustizia, un tempo pupilla del leader della destra, non vuole credere all’addio definitivo del presidente sconfitto. «Certamente il suo impegno cambierà » riconosce Dati che sta conducendo una battaglia interna al partito per candidarsi nello stesso collegio ambito dal premier uscente Franà§ois Fillon.
Allora, Sarkozy abbandona o no la politica?
«Ci siamo parlati. È consapevole che d’ora in poi il suo posto non potrà essere lo stesso. Vedremo. In ogni caso, sono convinta che rimarrà una figura importante della destra francese».
Era con lui domenica, quando ha saputo di aver perso. Come ha reagito?
«Con molta dignità e coraggio, qualità che lo hanno sempre contraddistinto. Ha voluto prendersi l’intera responsabilità della sconfitta, anche se ritengo che tutti dobbiamo tirare le somme dall’esito del voto».
Ha augurato buona fortuna a Hollande. L’astio è passato?
«Sarkozy ha innanzitutto ringraziato milioni di francesi che l’hanno votato. E sono molti, come abbiamo visto dal risultato. Ha voluto dimostrare il suo attaccamento alla Francia chiedendo che venga rispettato il nuovo Presidente della République. Un grande gesto. Non aveva bisogno di farlo, se ricordiamo come la gauche l’ha insultato all’inizio del suo mandato».
Intanto la destra è in crisi, con Marine Le Pen autoproclamata capo dell’opposizione. Chi è il vostro nuovo leader?
«Abbiamo un leader naturale, il nostro Segretario Jean-Franà§ois Copé. Dico “naturale” perché ha riempito appieno il suo ruolo durante la campagna, riunendo la nostra famiglia politica intorno alla candidatura di Sarkozy».
Ma la fine di Sarkozy ha fatto esplodere le divisioni.
“Non siamo divisi. Copé ha proposto di creare “movimenti” dentro all’Ump per esprimere le tante sensibilità politiche che esistono. È un elemento di forza. Alle prossime elezioni saremo uniti nella diversità e sono convinta che vinceremo».
Perché non prendete atto degli errori degli ultimi anni?
«La Francia ha resistito a una successione di crisi che hanno scosso l’Europa intera. Il potere d’acquisto dei francesi è stato protetto, contrariamente a quello che è accaduto in altri paesi vicini. Nonostante la congiuntura negativa, sono state approvate riforme importanti. In cinque anni, Sarkozy ha fatto molto di più dei suoi predecessori».
È ancora convinta che Hollande sia pericoloso per la Francia?
«Certo, il suo programma è inquietante. La maggior parte delle promesse sono basate su nuove spese pubbliche e sull’aumento della pressione fiscale. Spero che cambierà idea ora che dovrà esercitare davvero il potere».
Se la gauche vincerà anche le elezioni politiche, la destra potrebbe essere esclusa da tutte le più alte istituzioni politiche della République.
«Stiamo impegnando tutte le nostre energie per questa prossima scadenza elettorale. Rappresenta il “terzo turno” delle presidenziali. E non è ancora detta l’ultima parola».
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