“Basta stragi di donne, fermiamo i mostri” lacrime e rabbia per l’addio a Vanessa

by Editore | 1 Maggio 2012 11:45

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ENNA – Il papà  di Vanessa abbraccia le amiche della figlia, che piangono davanti alla bara, e dice: «Dovete sempre ascoltare i vostri genitori, perché ci sono tanti mostri in giro. Vanessa diceva di essere innamorata, ma lui era solo uno di quei mostri». Ha una parola per tutti papà  Giovanni nel duomo di Enna stracolmo di ragazze come sua figlia, appena ventenne, che la settimana scorsa è stata strangolata dal conviventee poi avvelenata con la candeggina, dice adesso l’autopsia. «Continuerò a parlare, a denunciare, perché altre morti vengano evitate», dice Giovanni Scialfa, di professione usciere al Comune di Enna e padre di sei figli. «Ci sono altre ragazze da proteggere, le salveremo insieme», ripete con un filo di voce alle volontarie del centro antiviolenza “Donne insieme”.

Adesso, non ci sono più lacrime sul volto di quest’uomo semplice che continuaa stringere centinaia di mani: «Fermeremo la strage silenziosa», dice papà  Giovanni. La sua Vanessa è già  diventata il simbolo di una nuova battaglia contro la violenza sulle donne: il parroco che l’ha vista crescere la chiama all’omelia «martire dell’amore». E spiega il perché: «Il suo amore noi non lo comprendiamo ancora bene, ma per questo suo amore Vanessa ha dovuto donare la vita». Non sono parole consolatorie quelle di don Franco Greco: «Ci fa rabbia pensare come abbia concluso la sua breve vita terrena», il tono dell’omelia si fa severo. «Questa rabbia deve farci riflettere, perché con la morte di Vanessa tutti siamo stati sconfitti.

Ammettiamolo – dice il sacerdote – ormai siamo abituati a sentire quotidianamente fatti del genere». Nel nome di Vanessa, anche il Comune di Enna vuole rilanciare la campagna nazionale “Stop al femminicidio”: «C’è una violenza contro le donne che si verifica nella preoccupante indifferenza e nella distrazione di tanti», recita un manifesto fatto affiggere dal sindaco Paolo Garofalo. È soprattutto un invito a denunciare, e un appello a organizzare tante iniziative per prevenire altra violenza. Il prossimo 5 maggio, il centro “Donne Insieme” farà  un’installazione a Enna, con 360 paia di scarpe, tante sono le donne uccise dal 2008 al 2010.

Ma il dolore per quanto accaduto nei giorni scorsiè ancora tanto. Si dispera l’ex fidanzato di Vanessa, che ha voluto far leggere un suo messaggio al termine del funerale. «Ho vissuto ogni giorno con la paura che qualcuno ti potesse portare via da me», ha scritto Alessandro: «Con la mia stupida gelosia forse ti ho perso, ma ti assicuro che l’ho fatto solo per te, per proteggerti. Ora mi manchi».

Tre anni fa, Alessandro aveva regalato un piccolo Yorkshire a Vanessa: è l’unico testimone degli ultimi momenti di vita della ragazza, ieri era accanto alla bara della sua padroncina.

«Ci fa rabbia quanto è accaduto – ripete il parroco – ma Gesù ha perdonato chi era stato già  condannato dalla società ». È un invito rivolto al padre di Vanessa: «Al cimitero mi hai detto, “tanta gente l’ha fatto solo a parole, a cosa serve perdonare?”. Ma uno non ha mentito», dice ancora don Franco. Il suo appello al perdono per l’assassino si trasforma nell’ultima preghiera per Vanessa: «Gesù perdona lui perché non ha saputo amare, non ha saputo capire ciò che invece lei aveva saputo fare».

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