“Abolite la parata del 2 giugno” Napolitano: si farà , ma sarà  sobria

by Editore | 30 Maggio 2012 7:08

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ROMA – «Sobria e dedicata alla vittime del terremoto». La festa della Repubblica con la parata ai Fori Imperiali si svolgerà  come previsto, nonostante la crociata del popolo del web che ha lanciato un appello al presidente Napolitano per destinare i quasi tre milioni di euro investiti nella sfilata all’Emilia Romagna devastata dal terremoto. L’iniziativa lanciata su Twitter da Nichi Vendola, Governatore della Puglia e leader di Sel, viene raccolta dalla Lega Nord e dall’Italia dei valori, ma divide la politica. «Celebreremo sobriamente il 2 giugno – dice il presidente – ma lo dedicheremo alla memoria dei morti, al dolore delle famiglie e anche a momenti di scoramento che devono essere superati».
Sangue, macerie, disperazione, immagini scioccanti rimbalzano dalle tv. Sui social network parte un passaparola incessante: «Annullare la parata e usare quei (tanti) soldi per la ricostruzione. È una follia sperperare denaro pubblico in questo momento». Sono solo le quattro del pomeriggio quando l’hashtag “no 2 giugno” diventa terzo in classifica tra le categorie dei cinguettii, superato solo da quelli dedicati al sisma e dal più internazionale PrayForEarthquakeInItaliy. Aderiscono Famiglia cristiana, diverse associazioni cattoliche, il mensile “E” di Emergency. Il motto è «solidarietà ». Si associano il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e Oliviero Diliberto dei comunisti italiani. Nichi Vendola bolla la Festa come «inopportuna». Ma la proposta di solidarietà  dà  spunto ad opposte riflessioni: «Non è con la soppressione della parata – dice Osvaldo Napoli del Pdl – che sia aiuta l’Emila ferita a morte». Intanto sulle bacheche di Facebook molti iscritti copiano e pubblicano un appello: «Chiediamo al presidente della Repubblica di annullare la parata militare a Roma. E al Papa il viaggio a Milano». L’Idv lancia la richiesta dall’aula della Camera durante un’informativa del governo sui danni prodotti dal sisma. «Le casse dello Stato risparmierebbero tra 10 e 15 milioni di euro», calcola Antonio Borghesi. L’appello non convince il Palazzo. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si dissocia dall’articolo che compare sul web magazine “il Futurista” a favore della sospensione.
La parata è stata annullata una sola volta, nel 1976, quando davanti al terremoto del Friuli il ministro della Difesa, Arnaldo Forlani, raccolse l’appello. Quest’anno la Festa è solo più snella: a sfilare saranno 3200 militari e civili (dimezzati i soldati), e il costo complessivo dovrebbe aggirarsi tra i 2 milioni e 600 mila euro e 2 milioni 900 mila, con un risparmio rispetto all’anno scorso, quando si celebrò il 150° anniversario della Repubblica, tra 600 e 900 mila euro. I costi per gli allestimenti e le tribune nel 2010 sono stati di 870 mila euro, di 877 mila nel 2011, stavolta di 594 mila euro. Adesso sarà  ancora «più sobria». In serata dal Quirinale si fa sapere che «si valuteranno le modalità  con tutte le istituzioni». Pare salti il ricevimento al Colle.
Napolitano sensibile all’appello si è comunque preso la responsabilità  di confermare le celebrazioni. L’annuncio durante l’intervento al teatro Sociale di Gemona. Con la voce rotta dalla commozione mentre ricordava il terremoto del Friuli e accostandolo al dramma dell’Emilia Romagna, il presidente ha dedicato la Festa alle vittime. «La Repubblica – dice Napolitano – deve dare conferma della sua vitalità , forza democratica e fermezza, con cui affronta le sfide che ha davanti a sé». Antonio Di Pietro dell’Idv arriva a definire la scelta «di pessimo gusto». Alla «beffa» non crede invece il Governatore del Lazio, Renata Polverini. «Il presidente – dice – ha trovato la giusta soluzione».

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