PERCHà‰ LE DONNE SI SALVANO DALLA SINDROME DELL’IDEALISTA

by Editore | 29 Maggio 2012 6:51

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Cosa diventano i giovani idealisti, da grandi? Alcuni, come insegna L’attimo fuggente, si suicidano; e quelli che rimangono, che fine fanno? La vita di Anthony, il protagonista de Il senso di una fine, passa in fretta: «Ora sono in pensione. Ho casa mia, ho le mie cose»: pub, amicizie platoniche, l’associazione archeologica locale, il volontariato alla biblioteca dell’ospedale.
Anthony è la mediocrità  fatta narratore. Dev’essere servito ciò a Barnes per poter lasciare i veri ruoli da protagonisti a due istituzioni dell’esistenza che sfuggono spesso agli uomini: le donne, e la vita stessa. Per vita qui si intende ciò che accade mentre sei impegnato a ricordare tutt’altro. In questo senso, Anthony commette due errori di valutazione: il primo errore è idealizzare un suo amico fino a non ritenerlo capace di un’azione mediocre. Adrian, l’amico suicida, rimane, fino alla tardiva prova contraria, l’autore di un nobile gesto giovanile di matrice filosofica, dovuto, secondo Anthony, al raggiungimento della conclusione che la vita valga solo in quanto si possa rifiutare. Per quasi tutta la vita, Anthony non si lascia sfiorare dal pensiero che a Adrian sia solo accaduta una brutta cosa da cui non riesce a riprendersi. Il secondo errore di Anthony riguardo alla vita è non ricordare le proprie azioni ma solo quelle degli altri: magnificare l’effetto su di sé delle azioni altrui e trascorrere una vita tranquilla senza sapere di aver amareggiato l’altrui. L’incapacità  di riconoscere la continuità  tra colpe altrui e proprie crea una bolla: l’isolamento caratteristico dell’uomo che si considera giusto e però non capisce perché la propria vita abbia un aspetto così spoglio.
Per donna qui si intende due personaggi notevoli, cui Anthony assegna, a naso, due ruoli precisi: Veronica, la sua ragazza per qualche tempo durante la giovinezza, è un essere inquietante, bisognoso di adorazione ma incapace di dare. La madre di Veronica, invece, rimane nei suoi ricordi come la complice che gli ha alleviato un week-end faticoso. Anthony è incapace di provare alcuna empatia per Veronica, leggerne il dolore; dalle idiosincrasie di Veronica si sente oltraggiato più che ferito. Nel frattempo, coltiva un’idea molto semplice della madre di Veronica: lei sì che l’ha capito quando era un ragazzino a disagio in una casa poco accogliente. I suoi giudizi verranno poi non rovesciati ma parecchio complicati. C’è una terza donna, nel libro, la ex moglie: quella viene usata soprattutto come babysitter per Anthony, il bambino mai cresciuto.

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